Nel dibattito pubblico si è affacciata la parola umanesimo

Già papa Francesco nel 2015, durante il Convegno ecclesiale di Firenze, aveva indicato la via di un nuovo umanesimo, fondato su Gesù, per fecondare la società italiana.

Nel dibattito pubblico si è affacciata la parola umanesimo

È possibile una società a dimensione di donna e di uomo? Ad osservare la realtà l’obiettivo sembrerebbe difficile, forse impossibile.

Eppure la domanda appare paradossale. Dopotutto la società è un prodotto, sicuramente molto complesso, delle persone, che la abitano, e delle loro relazioni, che vengono messe in campo, come può generare difficoltà e malessere ai suoi creatori? Invece sono molti i processi di disumanizzazione che attraversano le attraversano: l’ingiustizia, le disuguaglianze, i soprusi del potere, le violenze, l’emarginazione sociale solo per iniziare un elenco, che potrebbe essere lunghissimo. Molti dipendono dalle azioni degli uomini e tanti dipendono da quelli che Giovanni Paolo II chiamava i meccanismi e le strutture di peccato.
Allora ci sono spazi per costurire una società a misura umana?

Nel dibattito pubblico si è affacciata la parola umanesimo. Dopo essere stata pronunciata dal presidente del Consiglio dei ministri per inserirla nella sua idea di Italia. Ad alcuni sono suonate stonate queste parole. Altri hanno colto un segnale positivo rivolto a modificare un clima sociale, animato ultimamente dalla rabbia.

Dei personaggi autorevoli come il vescovo Bruno Forte e il filosofo Mauro Cerruti che hanno evidenziato soprattutto due aspetti di questo nuovo umanesimo, rispettivamente sulle pagine del Corriere della sera e di Avvenire: la solidarietà e la dimensione planetaria. In entrambi i casi era evidente il riferimento a papa Francesco che già nel 2015, durante il Convegno ecclesiale di Firenze, aveva indicato la via di un nuovo umanesimo, fondato su Gesù, per fecondare la società italiana.

Per questa trasformazione, allora, c’è bisogno di un profondo mutamento culturale che verifichi i valori della nostra società: finché giudichiamo il nostro benessere dal consumo, finché privilegiamo le tecnologie invece che i contenuti delle nostre comunicazioni, finché esaltiamo il self made man piuttosto che la genuinità delle relazioni, finché sfruttiamo l’ambiente per i nostri interessi senza pensare al futuro non riusciremo nemmeno a imboccare la strada per una società più umana.

Non esiste, però, un programma politico così raffinato per realizzare un progetto simile. E non sarebbe auspicabile, perché forse potrebbe aiutare a combattere le dinamiche strutturali, ma sarebbe assai pericoloso dato che rischierebbe di portare al totalitarismo e limitare le libertà delle persone.

La strada per un nuovo umanesimo inizia da una conversione sociale caratterizzata dalle buone pratiche che si diffondono per contagio, propagato dalla conversione del cuore di ognuno.

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Fonte: Sir