Papa Francesco: Concistoro, “la strada è l’ambiente in cui sempre si svolge il cammino della Chiesa”

“Gesù non abbandona mai i suoi amici; non li trascura mai. Anche quando sembra che vada dritto per la sua strada, lui sempre lo fa per noi. Tutto quello che fa, lo fa per noi, per la nostra salvezza”. Ad assicurarlo è stato il Papa, nell’omelia della Messa del Concistoro per la creazione di 13 nuovi cardinali, celebrata nella basilica di San Pietro con alcune misure restrittive rese necessarie dall’emergenza sanitaria in corso. 

Papa Francesco: Concistoro, “la strada è l’ambiente in cui sempre si svolge il cammino della Chiesa”

Nel caso specifico dei dodici, lo fa per prepararli alla prova, perché possano essere con lui, adesso, e soprattutto dopo, quando lui non sarà più in mezzo a loro. Perché siano sempre con lui sulla sua strada”, ha spiegato Francesco sulla scorta del brano del Vangelo di Marco, in cui protagonista è la strada, che è “l’ambiente in cui sempre si svolge il cammino della Chiesa: la strada della vita, della storia, che è storia di salvezza nella misura in cui è fatta con Cristo, orientata al suo Mistero pasquale”. “Gerusalemme è sempre davanti a noi”, ha attualizzato il Papa: “La Croce e la Risurrezione appartengono alla nostra storia, sono il nostro oggi, ma sono sempre anche la meta del nostro cammino”. “Questa Parola evangelica ha accompagnato spesso i Concistori per la creazione di nuovi cardinali”, ha fatto notare Francesco: “Non è solo uno sfondo, è una indicazione di percorso per noi che, oggi, siamo in cammino insieme con Gesù, che procede sulla strada davanti a noi. Lui è la forza e il senso della nostra vita e del nostro ministero”. Lungo la strada, narra il Vangelo di Marco, “i discepoli erano sgomenti, erano impauriti. Perché? Perché sapevano quello che li attendeva a Gerusalemme; Gesù ne aveva già parlato a loro più volte apertamente”.

Papa Francesco: Concistoro, “la strada di chi usa il Signore per promuovere sé stesso non è la strada di Gesù”

“La strada di chi, magari senza nemmeno rendersene conto, usa il Signore per promuovere sé stesso; di chi – come dice San Paolo – cerca i propri interessi e non quelli di Cristo” non è “la strada di Gesù, è un’altra strada”. È il monito del Papa. Passione, morte e risurrezione: “Questa è la strada del Figlio di Dio. La strada del Servo del Signore”, ha ricordato Francesco: “Gesù si identifica con questa strada, al punto che lui stesso è questa strada. ‘Io sono la via’. Questa via, non un’altra”. È questo che Gesù rivela a Giacomo e Giovanni, “ma in realtà a tutti gli apostoli”, a proposito di ciò che sarebbe dovuto accadere a Gerusalemme.  “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”, è invece il “desiderio” che i due discepoli rivelano al loro Signore: “Questa è un’altra strada. Non è la strada di Gesù, è un’altra”, il commento del Papa, che ha rimandato al “discorso stupendo sui pastori” fatto da Sant’Agostino e contenuto nell’Ufficio delle letture.  “Gesù, dopo aver ascoltato Giacomo e Giovanni, non si altera, non si arrabbia”, ha osservato il Santo Padre: “La sua pazienza è davvero infinita, anche con noi c’è stata, c’è pazienza e ci sarà. E risponde: ‘Voi non sapete quello che chiedete’. Li scusa, in un certo senso, ma contemporaneamente li accusa: ‘Voi non vi rendete conto che siete fuori strada’”.

Papa Francesco: Concistoro, “quando sentirai soltanto di essere ‘l’eminenza’, sarai fuori strada”

“Tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo, ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada”. È cominciata con questo invito la parte finale dell’omelia pronunciata dal Papa nella Messa per il Concistoro. “Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con lui, ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada”, il grido d’allarme di Francesco: “Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione”. “Pensiamo a tanti genere di corruzione nella vita sacerdotale”, l’invito a braccio: “E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai soltanto di essere ‘l’eminenza’. Quando tu sentirai quello, sarai fuori strada”. Nel racconto evangelico di Marco, per il Papa “ciò che sempre colpisce è il netto contrasto tra Gesù e i discepoli. Gesù lo sa, lo conosce, e lo sopporta. Ma il contrasto rimane: lui sulla strada, loro fuori strada. Due percorsi inconciliabili. Solo il Signore, in realtà, può salvare i suoi amici sbandati e a rischio di perdersi, solo la sua Croce e la sua Risurrezione. Per loro, oltre che per tutti, lui sale a Gerusalemme. Per loro, e per tutti, spezzerà il suo corpo e verserà il suo sangue. Per loro, e per tutti, risorgerà dai morti, e col dono dello Spirito li perdonerà e li trasformerà. Li metterà finalmente in cammino sulla sua strada”. “San Marco – come pure Matteo e Luca – ha inserito questo racconto nel suo Vangelo perché è una Parola che salva, necessaria alla Chiesa di tutti i tempi”, ha concluso Francesco: “Anche se i dodici vi fanno una brutta figura, questo testo è entrato nel Canone perché mostra la verità su Gesù e su di noi. È una Parola salutare anche per noi oggi. Anche noi, Papa e cardinali, dobbiamo sempre rispecchiarci in questa Parola di verità. È una spada affilata, ci taglia, è dolorosa, ma nello stesso tempo ci guarisce, ci libera, ci converte. Conversione è proprio questo: da fuori strada, andare sulla strada di Dio. Che lo Spirito Santo ci doni, oggi e sempre, questa grazia”.

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