Papa Francesco a Forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice: “giustizia sociale ed ecologia interconnesse, in Amazzonia uno scempio”

“Le ferite inferte all’ambiente sono inesorabilmente ferite inferte all’umanità più indifesa”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio indirizzato ai partecipanti al secondo Forum delle Comunità Laudato si’, che si svolge oggi ad Amatrice, dedicato al tema “Pianeta Amazzonia”.

Papa Francesco a Forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice: “giustizia sociale ed ecologia interconnesse, in Amazzonia uno scempio”

Ricordando il legame del Forum con il tema del Sinodo dei vescovi che si celebrerà nel prossimo ottobre per la regione panamazzonica, il Papa ribadisce che “la situazione dell’Amazzonia è triste paradigma di quanto sta avvenendo in più parti del pianeta”.

Il riferimento è a “una mentalità cieca e distruttrice che predilige il profitto alla giustizia; mette in evidenza l’atteggiamento predatorio con il quale l’uomo si rapporta con la natura”. Quindi, una richiesta: “Per favore, non dimenticate che giustizia sociale ed ecologia sono profondamente interconnesse!”.

Ciò che sta accadendo in Amazzonia avrà ripercussioni a livello planetario”, ammonisce Francesco, che riconosce come “già ha prostrato migliaia di uomini e di donne derubate del loro territorio, divenute straniere nella propria terra, depauperate della propria cultura e delle proprie tradizioni, spezzando l’equilibrio millenario che univa quei popoli alla loro terra”. L’incoraggiamento del Papa rivolto all’uomo è a “non restare spettatore indifferente dinanzi a questo scempio, né tanto meno la Chiesa può restare muta: il grido dei poveri deve risuonare sulla sua bocca”.

“Auspico che le Comunità Laudato si’ possano essere germe di un rinnovato modo di vivere il mondo, per dargli futuro, per custodirne la bellezza e l’integrità per il bene di ogni vivente”. Tre le parole evidenziate dal pontefice: dossologia, eucaristia e ascesi. Soffermandosi sulla prima, Francesco promuove “l’atteggiamento della lode”. “Dobbiamo essere capaci di apprezzare la bellezza di cui siamo circondati e di cui anche l’uomo è intessuto. La lode è frutto della contemplazione”. Ed entrambe “portano al rispetto, il rispetto diviene quasi venerazione dinanzi ai beni della creazione e del suo Creatore”.

L’attenzione poi è rivolta all’“atteggiamento eucaristico”, che “dinanzi al mondo e ai suoi abitanti sa cogliere lo statuto di dono che ogni vivente porta in sé”. “Ogni cosa ci viene consegnata gratuitamente non per essere depredata e fagocitata, ma per divenire a sua volta dono da condividere, dono da donare perché la gioia sia per tutti e sia, per questo, più grande”. Infine, il Papa evidenzia che “ogni forma di rispetto nasce da un atteggiamento ascetico, cioè dalla capacità di saper rinunciare a qualcosa per un bene più grande, per il bene degli altri”. “L’ascesi ci aiuta a convertire l’atteggiamento predatorio, sempre in agguato, per assumere la forma della condivisione, della relazione ecologica, rispettosa e garbata”.

“È un segno di speranza il fatto di ritrovarsi proprio ad Amatrice, il cui ricordo è sempre presente al mio cuore, mettendo a tema gli squilibri che devastano la nostra ‘casa comune’”. Riferendosi alla scelta della località devastata dal sisma il 24 agosto 2016, il Pontefice afferma che “non solo è un segno di prossimità a tanti fratelli e sorelle che ancora vivono nel guado tra il ricordo di una spaventosa tragedia e la ricostruzione che tarda a decollare, ma esprime anche la volontà di far risuonare forte e chiaro che sono i poveri a pagare il prezzo più alto delle devastazioni ambientali”.

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Fonte: Sir