Papa in Mozambico. Don Giorgio Ferretti (parroco della cattedrale): “Abbiamo vissuto la tenerezza di Francesco”

Da Maputo, appena terminato l'incontro in cattedrale con il clero, parla il parroco don Giorgio Ferretti, fidei donum, della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino dal 2017. E' stato lui ad accogliere oggi pomeriggio Papa Francesco, nella sua visita pastorale in Mozambico, Madagascar e Mauritius

Papa in Mozambico. Don Giorgio Ferretti (parroco della cattedrale): “Abbiamo vissuto la tenerezza di Francesco”

“Abbiamo vissuto la tenerezza del Papa, la felicità di essere stati visitati dal ‘pastore’. Quando è andato via la gente non finiva di ballare”: così don Giorgio Ferretti, parroco della cattedrale dell’Immacolata Concezione a Maputo, in Mozambico, descrive al Sir l’emozione di aver accolto nella sua parrocchia Papa Francesco, questo pomeriggio, durante l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i catechisti e gli animatori. “C’erano tanti giovani, bambini, famiglie – racconta -. Il Papa si è voltato e ha salutato tutti. C’è stata una grande energia perché la gente ha capito che si stava rivolgendo a loro”. Un altro momento “molto commovente”, prosegue, “è stato l’incontro con l’anziano cardinale e alcuni anziani religiosi che hanno lavorato più di 50 anni in questo Paese. Abbiamo vissuto la tenerezza che lui predica”. Don Giorgio Ferretti, è fidei donum della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino dal 2017. Guida una parrocchia che comprende la gran parte della capitale del Mozambico. I circa 150 catechisti della parrocchia si occupano di 2000 bambini e adolescenti, tra cui molti ragazzi di strada. A Maputo lo chiamano “padre George”.

Don Giorgio, una impressione a caldo: quali passaggi l’hanno più colpita del discorso del Papa?

Il Papa ha richiamato la nostra Chiesa mozambicana alla compassione e su questo punto si è soffermato molto. Questa sera visiterà le persone che vivono per strada alla casa Matteo 25 e domattina incontrerà i malati di Aids nel centro Dream della Comunità di Sant’Egidio.

Il Papa ci esorta, come cristiani, a combattere un mondo materialista e una religione della prosperità con l’arma della compassione.

Ci parla di compassione e la vive insieme a noi. L’altro messaggio è evangelizzare e non fare proseliti. In un mondo plurireligioso dobbiamo testimoniare la bellezza di essere seguaci di Cristo. Essere testimoni veri e onesti e incontrare nelle altre religioni i semi di bene e di pace, perché Dio è Dio di tutta l’umanità.

Il tema del proselitismo è d’attualità in Mozambico?

Viviamo in un mondo multireligioso. Nella mia parrocchia ci sono tanti matrimoni misti tra cattolici, anglicani, neopentecostali. Vedo che quando una moglie e un marito testimoniano in famiglia la bellezza di una messa domenicale, di una catechesi ai bambini fatta bene, di una gioia, uno dei due coniugi si avvicina alla Chiesa cattolica chiedendo il battesimo senza essere minimamente forzato ma come libera scelta. Vogliono far parte di una bella comunità.

Questa è la differenza tra insistere sulla conversione del coniuge e testimoniare la vita bella che si vuole scegliere.

Altro messaggio significativo è l’invito del Papa a “non correre dietro ai benefici personali” e alla “mondanità spirituale”

In Mozambico siamo poveri, lo stipendio medio di un parroco si aggira intorno agli 80/100 dollari. Tutti noi saremmo anche tentati di cercare di più. Ma il Papa ha ragione: prima il Signore, perché tanto non ci mancherà niente. Il denaro diventa un dio e non si possono servire due padroni. Questo purtroppo è vero ovunque. Il Papa l’ha detto in diverse occasioni e a diversi livelli della Chiesa.

Il denaro è il diavolo, rovina la spiritualità della gente e la piega al materialismo. Noi dobbiamo cercare di restare più liberi possibili.

Nel suo discorso alle autorità Papa Francesco ha anche invitato a difendere la terra dalla “tendenza a saccheggiare e depredare”. 

Questo è un Paese in cui c’è tanta terra da coltivare. Avremmo bisogno di più mezzi, di più sviluppo. Il Mozambico ha un potenziale enorme dal punto di vista della terra. Perché ci sono ancora lande non coltivate. Secondo imperativo: non rovinare il pianeta, in Africa e ovunque. Io vedo in giro tanta plastica, dobbiamo insegnare ai giovani a curarci di più della casa comune.

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Fonte: Sir