“Parole come pane”: un libro-vocabolario per la Settimana sociale di Taranto. E oltre

Il volume, firmato da Bruno Bignami e Gianni Borsa e pubblicato da Itl/In Dialogo, porta la prefazione di suor Alessandra Smerilli. Bando all’assertività, è di nuovo il momento di porsi seri interrogativi sul futuro dell’umanità, a partire dalle encicliche sociali di Bergoglio, “Laudato si’” e “Fratelli tutti”. 22 termini – da ecologia a lavoro, da confini a uguaglianza, passando per giovani, scarto e profezia – che possono incrociare il cammino sinodale

“Parole come pane”: un libro-vocabolario per la Settimana sociale di Taranto. E oltre

“In un tempo in cui tutti parlano di transizione ecologica, green economy, investimenti responsabili, ma molte volte senza comprenderne le ragioni e le finalità, c’è un enorme bisogno di entrare dentro la realtà, di leggerla con lo sguardo di Dio, di fermarsi, osservare, riflettere, analizzare criticamente, e quindi poi agire. Si rischia infatti di rimanere inermi a causa della complessità delle sfide che ci circondano, oppure di seguire mode e tendenze, senza saperne il perché. Questo libro si pone proprio in questa direzione”.

È suor Alessandra Smerilli, economista e segretario del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, a firmare la prefazione al volume Parole come pane. Tutto è connesso: ecologia integrale e novità sociali (Itl/In Dialogo), scritto a quattro mani da don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, e dal giornalista Gianni Borsa, inviato dell’agenzia Sir a Bruxelles e presidente dell’Azione cattolica di Milano.

Ripresa a livello parrocchiale e diocesano. Il volume arriva in libreria alla vigilia della Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto (21-24 ottobre), cui fa esplicito riferimento, provando a rilanciarne i temi di fondo in vista di una loro successiva ripresa a livello territoriale, nelle parrocchie, nelle diocesi, nell’associazionismo, nel dibattito pubblico.

“Sguardo contemplativo” nel tempo nuovo. Nell’introduzione gli autori sottolineano che questo “tempo nuovo”, certamente segnato dalla pandemia e dai suoi pesanti effetti,

richiede “uno sguardo contemplativo”, “volontà di informarsi, conoscere, riflettere per capirne la complessità; nonché occhi per ammirare, cuore per condividere, coraggio per agire”.

Del resto se il Covid-19 “ha messo in luce vecchie e inedite fragilità, ingiustizie radicate, ritardi storici, sta pure riservando all’umanità tante opportunità per comprendere il senso della vita e della storia, sollecitando la ricerca di relazioni più strette e veritiere (perché tutto è connesso), generose e utili esperienze di incontro (farsi prossimo), forme aggiornate per la costruzione del bene comune (perché siamo tutti sulla stessa barca)”.

Ecologia integrale, popolo, città… Nelle pagine del libro vengono identificati alcuni termini-chiave per la lettura di un mondo interconnesso, dinamico, assumendo riflessioni che papa Francesco ha articolato nella Laudato si’ e in Fratelli tutti.

Ecco dunque capitoli dedicati a economia, ecologia integrale, scarto; famiglia, giovani, poveri; relazioni, popolo, città, periferia, confini; cura, diritti umani, salute; transizione, libertà, profezia.

“C’è un debito di riconoscenza – dichiarano Bignami e Borsa – verso questo pontefice che sa porre in evidenza la forza vitale del vangelo, dialogando serenamente con questa nostra stessa epoca, avendo a cuore l’umanità più fragile, senza trascurare quell’attesa di riforme che si respira nella Chiesa cattolica”.

Incoraggianti percorsi di speranza. Non mancano riferimenti al Concilio e all’attuale processo sinodale. La prospettiva esplicitata dagli autori è chiara: “Non è più tempo per i punti esclamativi, che piacciono ai populismi di ogni risma. Abbiamo semmai l’urgenza di riconoscere il valore fondante del sapere, del confronto senza pregiudizi, delle differenze che portano valore aggiunto. […] Oggi appaiono più che mai necessari incoraggianti percorsi di speranza, formando le coscienze (individuali e collettive) alla responsabilità per la casa comune, mettendosi in gioco in prima persona, domandandosi, sinceramente, quale può essere il proprio posto”, da cittadini e da credenti, “nella società e nel mondo”.

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Fonte: Sir