Quando è il cuore a parlare. L'opera d'arte che domina nel presbiterio della Spitalskirche di Innsbruck

Il trovarsi di fronte ad un cuore di carne toglie il fiato e ti riporta dal virtuale degli emoticons al reale delle emozioni.

Quando è il cuore a parlare. L'opera d'arte che domina nel presbiterio della Spitalskirche di Innsbruck

“Il silenzio fa rumore quando è il cuore a parlare”. La frase impressa sul cartiglio di un noto cioccolatino viene subito in mente quando, nel silenzio di Instagram, si varca la soglia della Spitalskirche di Innsbruck. Le parole nate dalla penna di Federico Leonardo Lucia, celebre poeta social che ha fatto di Ig la sua residenza virtuale, accompagnano il “visitatore online” all’interno della chiesa costruita agli inizi del Settecento su progetto dell’architetto di corte Johann Martin Gumpp il Vecchio e consacrata nel 1705 dal principe vescovo di Bressanone Kaspar Ignaz conte Künigl.

Nell’aula caratterizzata dal bianco dei ricchi stucchi, “L’invio dello Spirito Santo” – la pala dell’altare maggiore barocco, dipinta da Caspar Jele –, non si vede. È coperta da “Heart with rubber” (cuore con elastico), una grande opera fotografica di Peter Garmusch, artista multimediale nato nel 1974 a Graz, che da anni vive e opera a Vienna.

In quella che dal 2018 funge da “Citykirche” e che porta il nome di “Kirche im Herzen der Stadt” (chiesa nel cuore della città) a coprire, come da tradizione in Quaresima, l’altare maggiore è la gigantografia di un cuore su sfondo bianco. Un cuore che – per riprendere il cartiglio del famoso poeta-influencer, che su Ig conta 14,5 milioni di followers – parla nel chiassoso silenzio dei social.

Ed è proprio su Instagram, nella pagina del vescovo di Innsbruck mons. Hermann Glettler, che accanto alle immagini della Spitalskirche troviamo la spiegazione di questo singolare telo quaresimale. 

Garmusch ha legato un cuore di maiale (che, per conformazione, è assai simile ad un cuore umano) con un elastico di gomma e lo ha immortalato con uno scatto mentre fluttuava liberamente nello spazio. “Ci sono momenti che rendono quest’opera d’arte, realizzata a Kampala, un toccante colpo d’occhio, un’opera che attira l’attenzione. Irradia familiarità e irrita allo stesso tempo”.

Quotidianamente immersi come siamo in un oceano di cuoricini rossi, il trovarsi di fronte ad un cuore di carne, che per le sue dimensioni non passa certo inosservato, toglie il fiato e ti riporta dal virtuale degli emoticons al reale delle emozioni.

“È un’immagine sorprendentemente reale e vicina – scrive mons. Glettler – la forma naturalistica della rappresentazione è toccante. Nessuno ha mai visto così da vicino l’organo centrale del nostro corpo. È la carne disadorna che si trasforma in un vaso prezioso, quasi una forma cristallina e fragile”. La rappresentazione realistica ci rende consapevoli della caducità del nostro corpo. “Il cuore – prosegue mons. Glettler – potrebbe essere un cuore umano appena prelevato da un corpo. Vita e morte davanti ai nostri occhi. L’intervento artistico ci invita a scegliere nuovamente la vita, nella sua bellezza e nella sua caducità”.

Quello che abbiamo davanti agli occhi è un cuore estremamente grande e, al tempo stesso, meravigliosamente leggero. “Prevale la leggerezza – sottolinea il vescovo di Innsbruck –. Con il termine “cuore” indichiamo i momenti intensi, gioiosi ed edificanti della nostra vita, l’impegno appassionato e la dedizione per il bene. Il cuore può danzare e saltare di gioia. Ma può anche rimanere a terra, spezzato e distrutto, gravemente appesantito da guerre e crisi climatiche e naturali, che sono ormai all’ordine del giorno. Il sentimento di impotenza e di mancanza di speranza stringe il cuore”. Come un elastico. “Il cuore legato davanti ai nostri occhi è un’immagine di sofferenza. Il simbolismo della costrizione del cuore è facile da comprendere. La paura ha un’importante funzione di avvertimento nella nostra vita, ma restringe anche lo spazio del cuore. La paura toglie la libertà. L’immagine del cuore stretto dall’elastico tematizza l’angoscia e le crisi esistenziali, ma anche le molteplici dipendenze e le limitazioni della libertà reale”.

“Ma com’è possibile superare la drammatica costrizione del cuore? Com’è possibile riconquistare la libertà del cuore? Queste domande sono centrali nei 40 giorni di Quaresima, perché: la riconciliazione è possibile! È un dono di Dio. E una missione. Ognuno è responsabile dei passi concreti: spesso si tratta solo di una parola di scusa o del coraggio di porre fine a un conflitto senza violenza. Il perdono allenta le tensioni. In definitiva, un impulso di guarigione per il nostro mondo ferito può venire solo da un cuore riconciliato”.

Il cuore che domina nel presbiterio della Spitalskirche di Innsbruck richiama anche “il cuore umano di Dio”. “Non è ovviamente un’immagine del cuore di Gesù – si legge nella puntuale spiegazione dell’opera, pubblicata sul sito della diocesi austriaca – ma può renderci consapevoli che ci siamo abituati alle tante immagini del Cuore di Gesù presenti in Tirolo e quindi non ne percepiamo più la bellezza e il significato profondo”. Un tema, quello del Cuore di Gesù, particolarmente caro a mons. Gletter e al quale ha dedicato anche un libro. “Nella maggior parte delle raffigurazioni tradizionali – spiega il vescovo di Innsbruck –, Gesù mostra il suo cuore ferito. Circondato da fiamme e pulsante di passione, si suppone che rappresenti il battito del cuore di Dio. È il suo desiderio di toccare il nostro cuore, di guarirlo e di riempirlo di nuova energia. È, in realtà, l’esperienza spirituale di molte persone: chi si affida al cuore di Gesù viene liberato dalla schiavitù interiore”. Viene liberato da quell’elastico invisibile, che impedisce al cuore di contrarsi e dilatarsi in quello che è il ritmo della vita. “Chi sperimenta questa libertà – conclude mons. Glettler – sarà anche così libero di usare la propria energia dl cuore per il bene e per il prossimo”. 

L’opera di Garmusch può piacere o può disturbare. Sicuramente il grande cuore – che, precisa la diocesi austriaca, appartiene ad una collezione privata ed è stato messo a disposizione a titolo gratuito per tutta la durata della Quaresima – fa nascere domande. E con esse apre la via al cambiamento. E alla conversione.

“Quando è il cuore a parlare – ha scritto Federico Leonardo Lucia (in arte Fedez) – il silenzio fa rumore”. Perché quando è il cuore a parlare, il silenzio si riempie del rumore della vita.

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Fonte: Sir