Rome Via Pacis. Mons. Vesco (Athletica Vaticana): “Immagine del dialogo e fraternità che tentiamo di vivere ogni giorno a Oran”

Incontro con il vescovo podista che, con i colori della rappresentativa ufficiale della Santa Sede, ha partecipato nella capitale alla terza edizione della mezza maratona interreligiosa. A sfidare la pioggia oltre 7 mila partecipanti. A conclusione l’Angelus e il saluto del Papa

Rome Via Pacis. Mons. Vesco (Athletica Vaticana): “Immagine del dialogo e fraternità che tentiamo di vivere ogni giorno a Oran”

“Questa corsa rappresenta ciò che tentiamo di vivere nel quotidiano della nostra piccola diocesi: il dialogo le la fraternità”. E se lo dice lui c’è da crederci. A parlare è il domenicano francese mons. Jean-Paul Vesco, 57 anni, dal 2013 vescovo di Oran (Algeria), in prima linea nel dialogo interreligioso, soprattutto con il mondo musulmano. Lo abbiamo incontrato ieri al traguardo della Rome Half Marathon Via Pacis, la prima e unica mezza maratona interreligiosa al mondo, convocata da Roma Capitale e Athletica Vaticana, – la rappresentativa sportiva ufficiale della Santa Sede guidata da mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, costituitasi lo scorso gennaio e subentrata al Pontificio Consiglio della cultura nella promozione dell’evento – con l’organizzazione della Fidal (Federazione italiana di atletica leggera).

Ieri mattina il vescovo podista, con i colori bianco-gialli di Athletica Vaticana ha chiuso sotto la pioggia in poco più di 1h40’ i 21 km della competitiva (partenza e arrivo a via della Conciliazione) che, oltre a San Pietro, ha toccato la sinagoga, la moschea, le chiese ortodossa, metodista e valdese, e i templi buddista e induista con l’obiettivo di promuovere attraverso lo sport il dialogo e l’integrazione tra persone di culture e religioni diverse. Una mission rilanciata da Papa Francesco nel suo saluto ai runner in piazza san Pietro, dopo la recita dell’Angelus: “Saluto i partecipanti alla Via Pacis, corsa podistica che ha attraversato questa mattina le strade di Roma, per portare un messaggio di pace, di fraternità e soprattutto di dialogo tra culture e religioni diverse”.

Alla mezza maratona cui hanno partecipato quasi 2.700 podisti, è stata, come nelle precedenti edizioni, abbinata la Run For Peace, non competitiva di 5 km che ha visto la presenza di circa 5 mila persone. A dare il via alla manifestazione, fra gli altri, la sindaca di Roma Virginia Raggi; il vescovo ausiliare mons. Paolo Selvadagi; il presidente Fidal Alfio Giomi; l’ambasciatore degli Emirati arabi uniti in Italia Omar Alshamsi; l’ambasciatrice dell’India in Italia Reenat Sandhu; l’ambasciatore dell’Oman Ahmed Baomar.

Mons. Vesco, che cosa rappresenta per lei la corsa?
Per me è un piacere. Corro da sempre e la maratona più importante l’ho fatta trent’anni fa a New York; poi sono seguite Parigi e Berlino. Se sant’Agostino ha detto che cantare è pregare due volte, per me correre è anche uno spazio interiore: è pregare e meditare insieme, ossia pregare due volte.

Lui è un santo algerino; per questo – sorride – l’ho ‘plagiato’ e mi sono sentito in diritto di riprendere le sue parole.

Che cosa ha provato correndo la Via Pacis?
Sono stato felice di gareggiare insieme a tanti amici, ma anche di offrire attraverso la corsa una testimonianza concreta di dialogo, di amicizia, di speranza e di pace. Sono anche grato alla Provvidenza che mi ha consentito di partecipare perché in questi giorni mi trovo a Roma per la riunione della Conferenza dei vescovi dell’Africa del nord: Tunisia, Algeria, Marocco e Libia che si sarebbe dovuta tenere ad Algeri, ma per un problema di visti si svolge qui.

Nel dicembre 2018, nella sua diocesi sono stati beatificati 19 martiri cristiani rimasti accanto al popolo algerino al prezzo della vita. Qual è la situazione del dialogo interreligioso, in particolare con il mondo musulmano?
La celebrazione delle beatificazioni è stato un momento molto forte per il dialogo interreligioso con due tempi vissuti insieme: uno nella grande moschea di Oran e uno nella basilica di di Notre-Dame di Santa Cruz, sempre insieme. Questi martiri hanno vissuto fino in fondo, nel quotidiano, i legami di fratellanza e di amicizia instaurati con la popolazione locale. Il nostro quotidiano è diverso da ciò che si vive in Europa perché in Algeria siamo molto pochi.

Più che un dialogo teologico è un dialogo della vita; ogni giorno tentiamo di mettere in pratica la fraternità.

Nel 2021 si svolgeranno a Oran, la sua diocesi, i Giochi del Mediterraneo….
Sì, io non correrò perché non sono un atleta ma sarei molto felice di poter accogliere Athletica Vaticana.

Accanto al presule incontriamo anche suor suor Marie-Théo Puybareau Manaud, religiosa domenicana francese che ha corso insieme a lui la mezza maratona. “È andata bene – ci racconta -; è stata un’esperienza un po’ unica perché si sa sempre quando si comincia ma non si sa mai quando si finisce, ma direi che questa è anche l’immagine della vita. L’importante è correre nel soffio di questa energia, di questa forza di vita che ti porta avanti, ed è bello correre insieme ad una squadra di fratelli”. “Per me – prosegue la religiosa – è stato doppiamente un regalo perché ho potuto correre con questo mio amico e fratello in quanto domenicano. È stato un modo di far correre la pace, di dire quanto Gesù sia venuto ad incontrarci incarnandosi tra noi; in quest’esperienza di gioia, vita, di dialogo c’è il senso della Chiesa in uscita”.

Athletica Vaticana ha accompagnato con la cooperativa Auxilium, soprattutto nella 5 km, cento migranti accolti nel centro “Mondo Migliore” a Rocca di Papa; gli ospiti della casa-famiglia “Emilio Giaccone” gestita con il Comune di Roma per sostenere ragazzi e mamme in difficoltà; alcuni giovani con disabilità intellettiva.

Al “via” anche l’undicenne Sara Vargetto, atleta “onoraria” della rappresentativa bianco-gialla: con la sua sedia a rotelle, ma soprattutto con il suo sorriso nonostante una grave malattia neurodegenerativa, divenuta simbolo della capacità di superare gli ostacoli attraverso lo sport. Esordio con i colori bianco-gialli anche per Gianluca Palazzi, dipendente vaticano in carrozzina, che ha percorso la non competitiva sulla handbike offerta da Alex Zanardi.

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Fonte: Sir