Rut. Dio vede la bontà delle intenzioni di Rut e prepara una strada provvidenziale

Rut incarna quella virtù squisitamente femminile di saper "tenere insieme", di resistere, di aggiustare le cose.

Rut. Dio vede la bontà delle intenzioni di Rut e prepara una strada provvidenziale

C’è un piccolissimo libro all’interno della Bibbia che racconta una storia tutta al femminile. È il libro di Rut ambientato al tempo dei Giudici, nell’XI secolo avanti Cristo. Un uomo giudeo, a causa di una carestia, ha lasciato Betlemme per i campi di Moab, insieme a sua moglie Noemi e i suoi due figli. Quest’uomo muore e i due figli sposano due donne moabite. Dopo dieci anni muoiono anche i figli e la vedova Noemi decide di tornare a Betlemme per trovare sostegno presso i suoi parenti. Nel fare questo l’anziana e saggia donna invita le due nuore a restare a Moab e a cercare nuovi mariti perché lei non può più avere figli e non può garantire loro alcuna discendenza. Le due donne piangono per questo distacco ma poi una delle due si lascia convincere. L’altra no: questa è Rut, una donna speciale.

La giovane nuora esprime proprio una specie di preghiera perché la suocera accetti che lei la segua ovunque vada e stia con lei fino alla morte (Rt 1, 15-17). Vuole andare dove andrà Noemi, non intende abbandonarla, sente che la cosa più giusta da fare è condividere la sorte dell’anziana donna fino alla fine. Le due donne nutrono l’una per l’altra un affetto che va oltre le tradizioni e le convenienze, Rut segue la suocera a Betlemme senza avere alcuna speranza sulla carta di essere bene accetta, lei straniera, da quella gente. Eppure la sua scelta umile e silenziosa per la vita verrà ripagata. Noemi e Rut scelgono di camminare insieme, non si rassegnano al male presente ma accettano di fidarsi di Dio e l’un l’altra. E Dio vede la bontà delle intenzioni di Rut e prepara una strada provvidenziale. Rut, infatti, trova il favore di un parente di Noemi, Booz, che guarda con ammirazione la scelta della donna di rimanere con la suocera e accondiscende a che Rut posso spigolare cereali presso i suoi campi.

Noemi invita Rut a dimostrarsi disponibile a quest’uomo e Booz, rispettato il diritto ebraico in materia, matura un amore per la donna moabita, riscatta tutto quanto era del marito di Noemi compresa Rut che può concederglisi in sposa. Da Booz e Rut nasce un figlio che sarà il padre di Iesse, padre di Davide. Quando leggiamo la genealogia all’inizio del Vangelo di Matteo, ancora ricordiamo questa donna coraggiosa che crea un anello di congiunzione fra gli ascendenti di Gesù. È evidente la volontà dell’evangelista di rimarcare che la venuta del Messia si innesta nella storia degli uomini e delle donne laddove maggiormente essi esercitano la loro libertà. Rut ha molto amato, ha perseverato nella fatica, non si è mai disperata e ha dato la precedenza al legame di vita con Noemi, piuttosto che a tentare la sorte secondo un principio fondamentalmente più egoista. Contraddicendo il luogo comune ancora oggi in voga che fra suocera e nuora non possa esserci un buon legame, Rut incarna proprio quella virtù squisitamente femminile di saper “tenere insieme”, di resistere, di aggiustare le cose. Una virtù che è fondamento dell’amore coniugale, una sorta di cemento che rinforza le radici, permette che la casa sia stabile. Donne come Rut fanno innamorare gli uomini saggi, quelli che desiderano edificare una famiglia con fondamenta solide. Non c’è bisogno che appartengano al tuo villaggio, puoi trovarle anche molto lontano, ma una volta incontrate saranno il tuo tesoro per sempre.

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Fonte: Sir