Sicilia, continua il digiuno del missionario Biagio Conte contro le dipendenze

Da ormai 23 giorni il missionario laico e fondatore della Missione Speranza e Carità (che ospita gratuitamente 1100 persone povere a Palermo) digiuna nutrendosi di sola eucarestia, rifugiato in una grotta nell’entroterra siciliano

Sicilia, continua il digiuno del missionario Biagio Conte contro le dipendenze

Da ormai 23 giorni il missionario laico fratel Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e Carità (che ospita gratuitamente 1100 persone povere a Palermo), digiuna nutrendosi di sola eucarestia, rifugiato in una grotta, nell’entroterra della Sicilia.

Il missionario ha deciso di continuare il digiuno e la preghiera incessante per chiedere a tutte le religioni e le istituzioni, in questa delicatissima terza fase della pandemia che ha accresciuto nuove emergenze sociali, la conversione di tutti e tutte verso un maggiore "Bene Comune", che parta dalla lotta nei confronti di tutte le dipendenze. Per il missionario, nessuno deve restare indietro, soprattutto le persone con maggiori fragilità e in grave stato di emarginazione sociale.

"Carissima e amata chiesa e tutte le varie religioni, religiosi e religiose: dobbiamo rafforzare sempre più la preghiera e l’operato per aiutare e liberare i tanti uomini e donne schiavi di tanti malsani vizi e schiacciati da tante dipendenze negative - dice -. Sono molto rattristato e fortemente addolorato per il perpetrarsi dei tanti e tantissimi mali, vizi, ingiustizie, violenze, sopraffazioni, omicidi, suicidi che si moltiplicano quotidianamente nella nostra sofferta e malata società, soprattutto nelle città e nei paesi. Purtroppo stanno aumentando sempre più i cittadini oppressi e schiacciati dalle schiavitù delle dipendenze negative come alcool, droghe, sigarette, gioco delle scommesse. Ho visto in questi anni ammalare e morire tantissimi uomini e donne, schiavi di queste dipendenze negative: adesso basta, bisogna invocare l’aiuto del buon Dio".

"E' chiaro che questa società purtroppo ha commesso un grave errore: si è allontanata da Dio e dal nostro prossimo - continua il missionario -. E adesso sarà nostro dovere e impegno invitarla a ritornare a Dio e al nostro prossimo, soprattutto a quelli più in difficoltà, poveri e disagiati. Aiutiamo anche quelli schiacciati dalle dipendenze negative, richiamandoli, correggendoli, e guidandoli nella retta via, cioè al bene. Preghiamo per i giovani che sono tanto a rischio per l’assenza del lavoro, per un futuro non stabile, incerto, insicuro e stiamo vicino a quelli più fragili, sia ai giovani locali sia agli immigrati; rischiano di precipitare nelle sabbie mobili, cioè nel giro dello spaccio, della prostituzione, della delinquenza. Adesso basta: bisogna subito impegnarci a costruire una società più civile e più giusta che tuteli soprattutto i giovani e i meno giovani, la famiglia e ogni singolo cittadino. Impegnandoci così a creare una più vera e stabile generazione non più nel male ma nel bene”.
Mi appello anche a tutte le Istituzioni, a tutte le professioni, alle scuole, ai mezzi d’informazione, a tutte le nazioni, alla chiesa, a tutte le religioni e ai non religiosi: facciamo attenzione, non si deve acconsentire e permettere l’utilizzo e il consumo di tutto ciò che causa e determina le dipendenze negative. Facciamo attenzione ad essere anche noi liberi da queste dipendenze; siate prudenti per essere di buon esempio. ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ è il messaggio centrale che se ami e rispetti te stesso potrai amare e aiutare anche e soprattutto il tuo prossimo. E così tutti insieme possiamo debellare questi mali e costruire un mondo migliore. In comunione allora con tutta l’umanità rispondiamo a questa 'società malata e disobbediente' con la preghiera e le opere buone di carità e di solidarietà cercando di invitare tutti a una vera conversione, al buon Dio, al nostro prossimo per il bene comune”.

"Vado a trovare periodicamente nel suo rifugio fratello Biagio - sottolinea il missionario Riccardo Rossi - e posso dire che, nonostante si alimenti solo con acqua ed eucaristia, stia abbastanza bene. L'appello di Biagio è soprattutto affinché tutte le autorità competenti comprendano che sulle dipendenze occorre attivare al più presto linee di intervento costruttive che aiutino concretamente le persone a non entrare in queste trappole mortali. Nell'ultimo periodo, purtroppo sono cresciute le persone ospitate nelle nostre strutture di accoglienza, con problemi di salute mentale a volte collegati anche alle dipendenze di vario tipo. Bisognerebbe fare in modo che le persone non rimangano in strada perché quello stato fa perdere loro a poco a poco la salute sia fisica che mentale. Abbiamo poi una forte percentuale di persone immigrate che, sempre come terribile conseguenza dei decreti Salvini, oggi vivono nella piena irregolarità con una invisibilità forte sul piano dei diritti umani. Chiediamoci quanto allora le istituzioni locali e nazionali vogliano realmente studiare le strade per aiutare queste persone. Con questo digiuno di Biagio abbiamo ricevuto diverse promesse da alcuni rappresentanti politici ed istituzionali. Speriamo che non siano solo parole ma che abbiano presto un fondamento costruttivo anche sul piano delle leggi per il bene di tutta la società".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)