Uno smartphone per Abhik. In un tweet la storia di in un nuovo inizio, che ha preso il via al posto di una tragica fine

Buone notizie da @VoladaDio, l’account Twitter della cappellania aeroportuale “Madonna di Loreto” dell’aeroporto internazionale Milano-Linate.

Uno smartphone per Abhik. In un tweet la storia di in un nuovo inizio, che ha preso il via al posto di una tragica fine

“Good news!” cinguetta il 10 maggio @VoladaDio, l’account Twitter della cappellania aeroportuale “Madonna di Loreto” dell’aeroporto internazionale Milano-Linate.

Il tweet racconta la storia di in un nuovo inizio, che ha preso il via nel momento esatto in cui poteva esserci solo una tragica fine.

Lunedì 26 agosto 2019, aeroporto di Milano Malpensa. Si apre una nuova settimana. Lo scalo è come ogni giorno frequentato da diverse centinaia di persone. Sono quasi tutte di passaggio. C’è chi viaggia per lavoro, che si prepara per le vacanze e chi, dalle vacanze, fa ritorno. Il caldo estivo si fa sentire. La colonnina del termometro supera i 30 gradi.

Abhik sta aspettando da diverse ore l’aereo che deve riportarlo in India, a Mumbai. Attorno alle 14 nella testa del giovane scatta qualcosa. Sotto gli occhi attoniti degli altri passeggeri, il giovane 25enne si avvicina alla balaustra delle Partenze, la scavalca e salta giù. Un volo di dieci metri. Accorrono in tanti. Tra questi anche don Fabrizio Martello, che allora oltre che di Linate, era anche il cappellano di Malpensa. Abhik è in fin di vita. In tasca né chiavi, né cellulare. Ha solo il passaporto e un biglietto di sola andata per Mumbai.

In coma e con fratture multiple, il giovane viene trasportato dall’elisoccorso all’ospedale di Varese, e quindi in un ospedale nel Lodigiano. Poi, a scompigliare le carte, arriva il Covid-19 e Abhik viene ricoverato in un reparto di psichiatria del Niguarda. Piano piano il giovane si riprende dai vari traumi e collabora attivamente con il team di medici e specialisti che lo ha in cura.

Ancora oggi ai medici non è chiaro cosa abbia spinto Abhik a compiere quel gesto. La sua fragilità lo ha portato a toccare il fondo, ma quel fondo non lo ha risucchiato. Lui c’è, non è un “invisibile”, è una persona con qualità e risorse su cui mettere le basi del suo futuro.

In questi mesi, tra l’equipe medica del Niguarda e il cappellano di Milano-Linate si è creata una rete di supporto, perché il giovane si sentisse veramente sicuro e protetto. E Abhik ha riconquistato lentamente la fiducia ed è tornato a sorridere.

“La mia famiglia abita in ogni angolo del mondo – ha spiegato in un’intervista don Martello – ho fatto dei viaggi la cifra della mia vita. Il fatto che qualcuno avesse scelto l’aeroporto come luogo per farla finita mi aveva lasciato sgomento”.

E così don Fabrizio e la comunità che converge attorno allo scalo aeroportuale di Linate hanno deciso di “adottare” quel ragazzo “invisibile” agli occhi del mondo. È stata promossa una raccolta di fondi, grazie alla quale è stato acquistato un cellulare. Lo scorso 10 maggio Abhik ha ricevuto in regalo il suo primo smartphone.

“Oggi – come si legge nel tweet in italiano e inglese di VoladaDio – il ragazzo è quasi completamente ristabilito ed è ospite di una piccola comunità che l’ha accolto con gioia e lo circonda di affetto ed attenzioni. Siccome ne è sprovvisto, la Comunità dell’Aeroporto di Milano-Linate gli ha regalato uno smartphone con il quale potrà essere più libero di comunicare con la sua famiglia ed è stata consegnata agli educatori una piccola somma di denaro, che gli permetta di acquisire un poco di autonomia economica”.

In questi mesi Abhik si è rivelato essere molto bravo ai fornelli. Il suo sogno è quello di diventare aiuto cuoco. Don Fabrizio e la comunità di Milano-Linate stanno cercando un ristorante nella zona che gli offra una possibilità di lavoro. “Chiunque desiderasse contribuire – l’appello che, puntando sul passaparola social, il sacerdote lancia attraverso Twitter – può scrivere una mail a info@voladadio.it”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir