Valle Maira: l’associazione fondiaria, baluardo contro incendi boschivi e rischi idrogeologici

"Il primo obiettivo era di ricomporre aree omogenee utili a un margaro per l’alpeggio e, più a valle, a un montanaro per la sua azienda agricola". Il settimanale La Fedeltà del Fossanese racconta una iniziativa che incentiva l’accorpamento dei terreni favorendo il ritorno degli insediamenti rurali

Valle Maira: l’associazione fondiaria, baluardo contro incendi boschivi e rischi idrogeologici

In attesa della Settimana sociale dei cattolici italiani (21 al 24 ottobre) che quest’anno è dedicata all’ambiente, La Fedeltà (https://www.lafedelta.it/), settimanale del Fossanese, presenta alcune “buone pratiche” raccolte nella Granda.
In uno dei numeri di ottobre viene presentata l’esperienza dell’Associazione fondiaria Macra, uno strumento che incentiva l’accorpamento dei terreni favorendo il ritorno degli insediamenti agricoli, un baluardo contro gli incendi boschivi e i rischi idrogeologici.
“Il bosco si stava prendendo tutto, arrivava sino in paese, con rischi di incendio – spiega la direttrice dell’associazione Stefania Binello, apicultrice –. La gente cominciava ad avere paura perché in caso di incendio non hai modo di circoscriverlo. Anche il rischio idrogeologico è molto forte: un tempo l’acqua era regimentata, incanalata, i montanari l’accudivano, la usavano per le loro colture. Ora che è tutto abbandonato, l’acqua è lasciata al suo destino. Inoltre un territorio non gestito frana di suo. Non a caso i disastri idrogeologici sono sempre più frequenti”.

Per questo a Macra, comune della valle Maira, è stata costituita l’associazione fondiaria prima ancora che la Regione Piemonte istituisse una legge specifica che la normasse.

“Il primo obiettivo era di ricomporre aree omogenee utili a un margaro per l’alpeggio e, più a valle, a un montanaro per la sua azienda agricola. Inizialmente abbiamo faticato molto a raggiungere una massa di superficie tale da renderla appetibile per i margari, poi via via le persone hanno cominciato a fidarsi e il Comune ha messo a disposizione i suoi terreni”.
Ora un margaro pascola le sue mucche e le sue capre e produce ottime tome; inoltre, dove si ripuliscono i terreni dalla boscaglia, si sta riseminando l’erba del posto e si mantengono le antiche varietà di frutta autoctone (mele, pere, ciliegie); intanto, è stato avviato un progetto di valorizzazione del vitigno locale.

*Il servizio completo su La Fedeltà di mercoledì 6 ottobre 2021


Luigina Ambrogio*

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir