Vangelo del 9 gennaio: con il battesimo Gesù si carica dei nostri limiti

La venuta di Gesù chiude il cammino del precursore Giovanni e quello di tutti i profeti. Termina così l’Antico Testamento, in quanto la Storia della Salvezza viene inaugurata dalla buona notizia che il cielo si è aperto, che non c’è separazione tra Dio e l’uomo, che la Sua Parola potrà essere ascoltata, ma che Colui, che era al principio di tutto, ora è visibile. Tutto questo non è un sogno, ma il Padre lo testimonia e, dopo la Resurrezione, i discepoli lo annunceranno, donandoci quello che hanno ascoltato, visto e toccato

Vangelo del 9 gennaio: con il battesimo Gesù si carica dei nostri limiti

Il tempo del Natale non è terminato, la nostra riflessione continua tramite la festa del Battesimo di Gesù, che stiamo celebrando oggi. Proprio domenica scorsa, nel suo Prologo, Giovanni ci ha donato una bellissima definizione di Dio: “In principio era il Verbo”. Prima della creazione, e ai primordi di tutto, Dio è parola. All’interno del brano odierno, Gesù è riconosciuto dal Padre tramite la sua Parola, che squarcia nuovamente i cieli e rimbombando nella creazione, viene udita dall’umanità.

Dio è fondamentalmente relazione, non solitudine o disinteresse nei confronti dell’uomo: la sua parola diventa carne.

Il battesimo, dunque, acquista una prospettiva nuova, che non consiste esclusivamente nell’essere lavati dai peccati per farci così divenire persone nuove, ma in Gesù, il battesimo sarà in “Spirito Santo e fuoco”: ogni uomo e donna, quindi, sarà in tal modo immerso in questa relazione, che non tocca solo l’esterno della persona ma penetra nel suo interno, tanto da conformarlo come figlio di Dio. Il battesimo di Gesù accade al termine della missione di Giovanni Battista, durante la quale tanti uomini sono entrati in quelle acque per essere lavati dai propri peccati. Anche Gesù vi fa il suo ingresso. Non per compiere il medesimo rito, in quanto Lui, Figlio del Padre, è senza peccato, ma per lasciarsi bagnare da quelle acque inquinate dai peccati: ovvero, per caricare su se stesso i limiti di ogni uomo e donna, atteso che la sua missione è proprio quella di entrare in relazione con tutti e sanare ognuno di noi. L’evangelista Luca ci ha ricordato questa verità già nel racconto della nascita di Gesù a Betlemme, allorquando Maria, come prima azione, avvolge in fasce il corpicino del Bambino, coprendolo con quelle bende che manifestano i dolori dell’umanità e le ferite apertesi con l’allontanamento dell’uomo da Dio.

La venuta di Gesù chiude il cammino del precursore Giovanni e quello di tutti i profeti.

Termina così l’Antico Testamento, in quanto la Storia della Salvezza viene inaugurata dalla buona notizia che il cielo si è aperto, che non c’è separazione tra Dio e l’uomo, che la Sua Parola potrà essere ascoltata, ma che Colui, che era al principio di tutto, ora è visibile. Tutto questo non è un sogno, ma il Padre lo testimonia e, dopo la Resurrezione, i discepoli lo annunceranno, donandoci quello che hanno ascoltato, visto e toccato.

Paolo Morocutti

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Fonte: Sir