La giornata di sabato 24 gennaio

Anche se madre Teresa aveva interiorizzato il senso della sua incessante oscurità interiore, il convivere con essa non rendeva più semplice il suo cammino. Dio la stava spogliando di ogni sostegno, naturale e soprannaturale: il suo isolamento era così assoluto da poter essere paragonato solo all’inferno.

Nel disegno di Dio le era concesso di sperimentare una parte della tremenda realtà di vivere una vita senza Dio.
Dopo oltre quindici anni di tenebre, scrisse: «Non ho nulla, giacché non ho lui, che il mio cuore e la mia anima anelano a possedere. La solitudine è così grande. Sia all’interno che all’esterno, non trovo nessuno a cui rivolgermi. Mi ha tolto non solo l’aiuto spirituale, ma anche quello umano. Non posso parlare con nessuno e, anche se lo faccio, niente entra nella mia anima. Se l’inferno esiste, deve essere questo. Quanto è doloroso vivere senza Dio. Niente preghiera, niente fede, niente amore. L’unica cosa che resta ancora è la convinzione che l’opera è sua, che le sorelle e i fratelli sono suoi. E io mi aggrappo a questo, come le persone che non hanno niente si aggrappano anche alla paglia prima di annegare. Eppure nonostante tutto, voglio essere fedele a lui, consumare me stessa per lui, amarlo, non per quello che mi dà ma per quello che prende, essere a sua disposizione. Non gli chiedo di cambiare il suo atteggiamento verso di me, né il suo progetto su di me. Gli chiedo solo di servirsi di me per aiutare e insegnare alle mie sorelle, ai miei fratelli e ai nostri poveri ad amarlo, dal momento che io non lo posso fare. Quanto meravigliosamente le sorelle ed i fratelli amano Dio, quanto cercano di essere all’altezza di qualsiasi cosa lui dia loro attraverso di me!».

Scarica e leggi l'intera giornata in pdf