8 per mille. Carità, “scossa” per le comunità

La Diocesi di Padova ha messo in campo, già durante il lockdown, una serie di azioni a sostegno della povertà. E ora continua

8 per mille. Carità, “scossa” per le comunità

Con lo scoppio della pandemia da Coronavirus è stato coniato, in Diocesi di Padova, uno slogan – #iorestoacasa – per invitare le persone a rispettare le norme anti contagio rimanendo al sicuro dentro la propria abitazione. Una locuzione banale, ma che appariva beffarda verso chi, una casa, non ce l’aveva.

Ecco perché la Diocesi di Padova, tramite la Caritas e con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, ha scelto di collaborare con il Comune di Padova e il Centro servizio volontariato provinciale per dare un rifugio sicuro, nelle settimane del lockdown, a 54 uomini che nei precedenti mesi invernali erano stati ospitati dalle accoglienze invernali nelle parrocchie e nelle strutture padovane.

“Casa Arcella”, nell’omonimo quartiere padovano, è stata aperta il 16 marzo e ha continuamente ospitato i senza dimora fino al termine della fase 1 dell’emergenza Coronavirus. Gestita dalla cooperativa Città Solare, “Casa Arcella” ha potuto contare anche sul lavoro di molti volontari di realtà quali il Centro Universitario Padova, la Comunità di Sant’Egidio, Officina Sociale, Città invisibile, nonché di alcuni sacerdoti degli uffici diocesani le cui agende erano state rivoluzionate dalle norme di confinamento. Raccontava nel mese di aprile don Luca Facco, direttore di Caritas Padova: «Ciò che in tempi normali è più faticoso, ovvero mettere insieme così tante presenze diverse, in una fase di emergenza diventa improvvisamente più facile: si superano senza problemi tante diffidenze e tanti ostacoli».

Finita la fase emergenziale, la Diocesi di Padova, attraverso la Caritas, grazie ai fondi raccolti dall’8 per mille alla Chiesa cattolica, ha scelto di moltiplicare i suoi sforzi a sostegno di una popolazione gravata dalle conseguenze economiche della crisi del Coronavirus. È nata così l’idea del “Sostegno sociale parrocchiale”, con la quale la Diocesi ha scelto di impegnare un milione di euro di fondi derivanti dall’8 per mille per sostenere la carità delle parrocchie nei confronti di persone in difficoltà.

Con il “Sostegno sociale parrocchiale” le risorse dell’8 per mille andranno a costituire la base di fondi parrocchiali da incrementare attraverso collette e contributi nella comunità per aiutare il pagamento di bollette, affitti, spese sanitarie e acquisto di generi alimentari. «L’obiettivo – osserva don Luca Facco – non è quello di gloriarci per il numero di persone che saranno state aiutate, ma capire come saremo in grado di mobilitare le comunità. La carità non è un compito di pochi, ma un’attenzione che tutti devono mantenere. Continueremo ad aiutare sicuramente le persone che già prima del Covid e della pandemia erano in condizioni di povertà, ma il desiderio e la speranza è di riuscire attraverso la rete del "buon vicinato" a intercettare anche le nuove povertà».

«Confermo il mio 8 per mille perché...»

Per aiutare le comunità a ripartire dopo il Covid-19 è decisivo coltivare in esse l’attenzione e la capacità di prendersi cura dei componenti più in difficoltà. Con il “Sostegno sociale parrocchiale”, voluto dalla Diocesi di Padova e finanziato con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, si vuole fare proprio questo. Un gesto importante sarà quello della colletta durante le messe con cui le comunità andranno a potenziare gli strumenti di aiuto alle famiglie che si trovano senza lavoro o che devono gestire criticità improvvise, ma anche la consapevolezza che quello che si fa lo si fa come Chiesa.

Francesca ha 55 anni ed è volontaria in un centro di ascolto vicariale della diocesi di Padova. Qui ascolta, sostiene e quando è possibile aiuta: «Ogni anno confermo il mio 8 per mille alla Chiesa Cattolica – racconta – perché, come credente e come cittadina, percepisco questa facoltà come il riconoscimento da parte dello Stato del mio diritto a sostenere, con una parte del mio reddito, le attività culturali e sociali della Chiesa: le sue opere rimangono un’importante testimonianza per la comunità italiana».

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