Andare “dritti al punto”

«Andiamo oltre il pregiudizio che la Chiesa non si interessi delle persone Lgbt+ o che non abbia nulla da dire di profondo, delicato e coraggioso anche alla vita di fede di queste persone. Riflettiamo assieme su come la Chiesa in questi decenni abbia pensato e agito al suo interno ed esterno in supporto all’esperienza umana e di fede di coloro che riconoscono nella loro identità il tratto della condizione omosessuale o bisessuale, transessuale».

Andare “dritti al punto”

Con queste parole don Mattia Francescon spiega il senso del terzo incontro, in programma giovedì 6 maggio alle 20.45 (evento su Zoom previa iscrizione su www.acpadova.it), di “Dritti al punto”, un percorso di tre appuntamenti incentrato su tematiche sociopolitiche vicine ai giovani e che hanno come filo conduttore il rispetto dei diritti umani. “Cristiani Lgbtqia+, il pensare e l’agire della Chiesa” è, infatti, l’ultimo appuntamento che vedrà lo stesso don Mattia Francescon, studente di teologia morale, etica sessuale e bioetica, dialogare con Massimo Panato, credente omosessuale che racconterà la sua esperienza di vita all’interno del Gruppo Emmanuele, costituito a Padova nel novembre 1997 per iniziativa di alcuni amici che desideravano intraprendere un cammino di fede nella consapevolezza che la propria condizione omosessuale non costituisse un ostacolo: «L’importanza di un gruppo Lgbt+ di gay credenti nella mia vita e di persone come me ha rappresentato una tappa fondamentale perché coniugare omosessualità e fede non è facile soprattutto per chi nutre il desiderio di restare all’interno della Chiesa e condividere il messaggio di Cristo. Mi sento parte di una Chiesa formata da tutti i battezzati che mi ha dato tanto negli anni e io posso dare in cambio qualcosa, facendone parte perché ho visto persone, non comprese o capite, che si sono allontanate dalla fede e io vorrei alimentare una rinnovata speranza».

I tre incontri, promossi e organizzati da un’equipe di giovani dell’Azione cattolica di Padova e ragazzi all’interno dei circuiti di Azione cattolica, sono stati pensati per i giovani dai 18 ai 30 anni, partendo da un questionario inviato agli stessi per capire a quali tematiche fossero interessati. Nei due appuntamenti precedenti, recuperabili sullo stesso sito, si è parlato di migrazione tra Mediterraneo e rotte balcaniche e sul controverso intreccio tra Italia ed Egitto sullo sfondo di compravendita di armi e la morte di Giulio Regeni. «In molti ci hanno chiesto di parlare di omosessualità – spiega Chiara Cecchin, tra i promotori – Che spesso è oggetto di tabù tra noi giovani cattolici. Noi vogliamo riportare il dibattito all’interno della nostra comunità, andando oltre il pensiero che la Chiesa escluda il mondo Lgby+ e viceversa».

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