“Antonio 20-22”, il 9 ottobre arrivano a Padova i pellegrini

Domenica 9 ottobre la staffetta di pellegrini del progetto “Antonio 20-22” raggiunge la basilica di Sant’Antonio a Padova.

“Antonio 20-22”, il 9 ottobre arrivano a Padova i pellegrini

Con lei arrivano oltre 6.500 tra lettere e cartoline contenenti preghiere e messaggi raccolti lungo la strada, da Capo Milazzo, in Sicilia, fino a Padova. 92 tappe in 103 giorni, 9 regioni, 42 diocesi, 1.800 chilometri... per un totale di tre milioni di passi lungo le strade che sant’Antonio percorse 800 anni fa dopo la sua vocazione alla vita francescana. Il pellegrinaggio – unico del suo genere – a cui hanno aderito centinaia e centinaia di persone, chi idealmente per poche centinaia di metri, chi per un’intera stagione, si è presto trasfigurato andando ben oltre la semplice iniziativa dei centenari francescani. «Specialmente per noi che l’abbiamo fatto tutto è stato il “viaggio della vita” – confida Alberto Friso, project event manager di “Antonio 20-22” – Il viaggio della vita umana, ma anche il viaggio della vita cristiana. Non esiste infatti vita cristiana senza dinamismo, senza cammino».

Il cammino nella terminologia cristiana è spesso metafora. Friso e i suoi compagni, tra i quali religiosi e laici, giovani e anziani, singoli e gruppi, hanno scelto di “uscire dalla metafora” diventando le “gambe” di Antonio. Sono stati i pellegrini, infatti, a portare di città in città e di paese in paese la reliquia ex-ossibus del Santo dei miracoli. «Camminare ci ha dimostrato le potenzialità dell’incontro e dell’imprevisto, di una Chiesa in uscita che cammina insieme (letteralmente “sinodo”), cammina insieme ai santi e ai peccatori, a chiunque abbia voglia di condividere la strada». Dai terreni scoscesi della Calabria agli Appennini del Centro Italia, dagli scorci sul mare della Campania fino ai monasteri dell’Umbria: la staffetta ha attraversato i luoghi di Antonio e di Francesco. Messina, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Rotonda, Eboli, Nocera Inferiore, Caserta, Montecassino, Rieti, Spoleto, Assisi, Gubbio, La Verna, Camaldoli, Montepaolo, Bologna e Ferrara... sono solo alcune delle tappe, tutte documentate in tempo reale sui social e in tivù.

«Nel nostro viaggio abbiamo sperimentato nell’accoglienza la bellezza della Chiesa che è in Italia, che nelle sue fatiche è ancora capace di grandi slanci di generosità. Essere pellegrino ti impone domande logistiche, ma anche esistenziali e spirituali che fanno la differenza». E ai pellegrini, anche in virtù della presenza – anche fisica – di sant’Antonio, arrivano città dopo città fiumi di benedizioni e di preghiere: «Alcune benedizioni sono state eclatanti, segni importanti che ci hanno fatto pensare. Di altre benedizioni, che c’erano già, ne siamo diventati consapevoli». La staffetta – che ha attraversato il Po il 5 ottobre – entra nel territorio diocesano toccando Anguillara Veneta (il 7) e Monselice (l’8). Domenica 9, con partenza alle 8, ultima tappa di 22 chilometri fino alla basilica del Santo (a cui può aggregarsi chiunque lo desideri, com’è stato per tutte le tappe): alle 16 la messa presieduta dal card. Mauro Gambetti; alle 18, nella sala dello Studio Teologico al Santo, l’inaugurazione della mostra “La voce e il miracolo. Espressioni del contemporaneo”. Informazioni: antonio2022.org

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