Asiago. Al Patronight non si è rinunciato
Anche per il 2020 è stato Patronight, nonostante il Covid-19. La parrocchia del Duomo di Asiago non ha voluto rinunciare all'appuntamento ormai tradizionale che rappresenta la festa annuale del patronato.
Dopo la lunga chiusura dovuta al lockdown, il direttivo – d'intesa con i sacerdoti della parrocchia – ha deciso di riaprire la struttura a fine luglio. In realtà gli spazi fruibili sono stati quelli esterni, parte per consentire lo svolgimento del grest, parte invece per permettere ai singoli di poter svolgere attività all'aria aperta. «Siamo stati molto attenti anche in questa prima fase, infatti la zona del grest era separata e ben distinta da quella dove i ragazzi di solito possono praticare calcetto, ping-pong e vari giochi – spiega il vicario parrocchiale, don Nicola Cauzzo, che ha coordinato anche l'attività del Patronight – Qui i ragazzi hanno potuto accedere nei pomeriggi, seguendo tutte le regole anti contagio. Ovviamente abbiamo dovuto limitare le attività rispetto al passato e la manifestazione si è svolta da mercoledì 19 a sabato 22 agosto».
Soddisfatti gli organizzatori sia per la presenza dei ragazzi – un centinaio di età compresa tra gli 11 e i 16 anni – sia per il rispetto delle regole di distanziamento. Ogni giorno si sono svolti tornei di calcio balilla umano, volley cross net e calcio tennis. «Abbiamo promosso la partecipazione, più che la competizione, in uno spirito davvero fraterno – aggiunge don Nicola – La prima sera infatti si è svolta la benedizione degli atleti, mentre il sabato sera abbiamo celebrato la messa festiva al campo».
Non sono mancate le proposte gastronomiche, dai panini onti ai bigoli fatti a mano al sugo d'anatra, fino ai piatti tradizionali dell'Altopiano. Conclude don Cauzzo: «Oltre a una vivace presenza di ragazzi, encomiabile l'impegno di un nutrito gruppo di volontari adulti, compresi componenti del direttivo, che hanno permesso che tutto sia filato liscio, dal gioco al divertimento, alla preghiera, rispettando le regole in vigore».