Battistero. Opera eccelsa tra arte e fede

Il monumento padovano è dall’Ottocento un cantiere continuo di sperimentazione, che lo ha fatto entrare anche nella storia del restauro. A settembre terminano i restauri degli affreschi di Giusto de’ Menabuoi nel battistero della Cattedrale di Padova. Toccherà poi ad altri interventi strutturali

Battistero. Opera eccelsa tra arte e fede

Un’opera straordinaria, anche per la storia del restauro. Così Fabrizio Magani, Soprintendente unico per Padova e le province di Belluno, Treviso e dell’area metropolitana di Venezia, ha definito il battistero della Cattedrale di Padova nel corso di un sopralluogo al cantiere di restauro degli affreschi del fiorentino Giusto de’ Menabuoi, che vi lavorò verso il 1365. Un intervento che si concluderà nel mese di settembre.

Da metà dell’Ottocento, il battistero è stato oggetto periodicamente di cantieri dove sono state sperimentate varie soluzioni conservative. «Non è solo uno dei culmini della pittura trecentesca, notevole anche per il rapporto tra superficie dipinta e architettura – ha spiegato Magani – ma pure un luogo entrato nella storia del restauro e della conservazione, dai distacchi del secolo scorso a interventi più sofisticati e raffinati, dove si sono messe alla prova grandi maestranze, tra cui i coniugi Paolo e Laura Mora».

L’intervento in corso sul ciclo di affreschi, secondo in città forse solo a quello della cappella degli Scrovegni e caposaldo della candidatura Unesco come “città dipinta”, seguono quelli sulla cupola effettuati nel 2013.

I lavori attuali sono stati finanziati anche con 810 mila euro di fondi statali, e completano il recupero delle pitture di Giusto de’ Menabuoi e collaboratori. Purtroppo non sarà l’ultimo.

Una volta terminato l’intervento sugli affreschi, molto altro rimarrà da fare, e forse ancora più importante: come ha spiegato don Gianandrea Di Donna, delegato vescovile per i rapporti con la Soprintendenza, si sta lavorando per poter avviare, in un futuro non lontano, il consolidamento strutturale dell’edificio, anche in funzione antisismica, e soprattutto per bloccare l’umidità che risale dalle stanze ipogee. È questa infatti la vera nemica del battistero e dei suoi affreschi, e se non si interviene su di essa ogni altro restauro rischia di essere solo temporaneo.

«In questo battistero Padova trova un luogo potente in cui dire al mondo il senso del cristianesimo e il restauro tende a ridargli la sua vocazione primigenia» ha affermato don Di Donna, sottolineando l’importanza anche spirituale del luogo per la Chiesa locale.

Dice al mondo il senso del cristianesimo

«Un luogo potente in cui dire al mondo il senso del cristianesimo» lo definisce don Gianandrea Di Donna, delegato vescovile per i rapporti con la Soprintendenza.

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