Cadoneghe. Vita in canonica per 25 giovani di San Bonaventura

Nelle settimane di Quaresima i giovani vivranno, a gruppi di sei, l’esperienza di vita in canonica. Un’iniziativa apprezzata, già sperimentata negli anni scorsi, per prepararsi alla Pasqua insieme ai coetanei e al sacerdote, pregando e vivendo in canonica pur mantenendo i ritmi della propria vita quotidiana. La proposta coinvolge venticinque giovani tra i 18 e i 30 anni. Domenica 1° marzo, durante la messa, la consegna ufficiale delle chiavi. 

Cadoneghe. Vita in canonica per 25 giovani di San Bonaventura

Nel tempo di Quaresima, a partire da domenica 1° marzo, si rinnova l’opportunità per i giovani maggiorenni di San Bonaventura di vivere una settimana di fraternità in canonica. La proposta è quella di condividere la quotidianità trasferendosi, a gruppi di cinque o sei per settimana, in canonica. Ciascuno continuerà a portare avanti la propria vita, di studio o di lavoro, ma con una dimensione più accentuata di vita comunitaria.

«È un appuntamento che attendiamo con gioia – racconta Federica Geron, 21 anni, studentessa universitaria – sono giorni piacevoli in cui viviamo insieme e dedichiamo del tempo alla preghiera. La mattina, ad esempio, cerchiamo di recitare le lodi, nel pomeriggio i vespri e poi la compieta. Di solito viviamo anche due momenti di incontro con gli esterni, i ragazzi che hanno aderito ad altre settimane. Una è la proposta vicariale, che può essere la partecipazione alla via Crucis oppure la visita a un monumento, museo o chiesa; l’altra è la serata “tv”, che sta per tisana/vangelo, in cui ci confrontiamo su un brano del Vangelo, utilizzando delle fotografie».

I giovani che aderiscono al progetto sono di casa in canonica; oltre a questa esperienza, hanno la possibilità durante tutto l’anno di utilizzare uno spazio attrezzato per lo studio. «È un’esperienza che ci mette a contatto con la routine degli altri e ci stimola all'adattamento – spiega Alessandro Visentini, 23 anni, studente lavoratore – è un’opportunità per conoscere la quotidianità di un sacerdote. Don Silvano (Berto, il parroco, ndr) è molto attento a noi giovani e cede volentieri la sua stanza per lasciare lo spazio alle ragazze. Noi maschi invece ci sistemiamo nella stanza degli ospiti. È bello vivere l’amicizia con il sacerdote nella casa della comunità».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)