Caritas Padova. Le famiglie colpite dal caro bollette: "Pago le bollette oppure compro da mangiare?"

Caro bollette. Ai centri d’ascolto vicariali bussano sempre più persone che non riescono a far fronte ai pagamenti delle utenze di gas e luce, ora più che mai. Stanziati dalla Caritas diocesana ulteriori 150 mila euro per questa emergenza

Caritas Padova. Le famiglie colpite dal caro bollette: "Pago le bollette oppure compro da mangiare?"

Prima, durante – e si spera il prima possibile – dopo la pandemia, i centri d’ascolto Caritas vicariali, distribuiti lungo tutto il vasto territorio della Diocesi di Padova, non solo rappresentano il braccio operativo delle comunità che si prendono cura di se stesse nelle loro parti più fragili, ma anche l’orecchio attento ai bisogni delle persone che man mano cambiano. Anzi, si può dire che sono proprio i centri d’ascolto Caritas tra le prime “antenne” a captare fenomeni sociali ben più vasti. E il fenomeno, oggi in larga parte causato dalle tensioni internazionali e dallo scoppio della guerra, è l’aumento dei prezzi delle bollette energetiche. Ciò che rappresenta “una brutta sorpresa” o un grattacapo per il ceto medio, per una famiglia monoreddito – o senza reddito – che fa fatica ad arrivare a fine mese è un colpo potenzialmente fatale. E non c’è rateazione che tenga.

«Pago la bolletta o compro da mangiare?» è spesso la domanda che i volontari dei centri d’ascolto vicariali si sentono rivolgere. E Caritas ha risposto: «Abbiamo deciso di non aspettare che la situazione degeneri ulteriormente prima di fare qualcosa – racconta Daniela Crivellaro di Caritas Padova – Per questo, abbiamo stanziato 150 mila euro ulteriori per i centri d’ascolto vicariali, in modo che possano, oltre che con collette, raccolte e fondi già a loro disposizione, aiutare i nuclei familiari nel pagamento di luce e gas».

Si tratta di una tipologia di aiuto – transitoria e sempre sulla strada di una maggiore autonomia – già sperimentata in altre occasioni: «In situazioni familiari complesse – continua Crivellaro – si è cercato di intervenire attraverso il pagamento di una parte dell’utenza. In questa fase, però, abbiamo contattato i centri d’ascolto per dare un aiuto in più, perché oggettivamente i volontari entrano in contatto con alcune famiglie che si stavano rimettendo in piedi dopo il Covid, ma che non erano ancora stabili e che, con questi aumenti dei prezzi dell’energia rischiano di finire a gambe all’aria una volta per tutte». Alla Caritas diocesana sono già arrivate testimonianze – dai volontari – di bollette record, e non certo per consumi esagerati: «Ci sono ad esempio persone anziane, sole, che abitano in case poco isolate dal punto di vista termico, che però non possono rinunciare al riscaldamento. Queste sono state particolarmente colpite dai rincari».

Il Covid lascia una schiera di “nuovi poveri”

La terza primavera del Covid sembra indicare all’orizzonte la conquista di un nuovo equilibrio, nel quale però fare i conti con le ferite, anche sociali, che la pandemia si lascia alle spalle, tra cui una schiera di “nuovi poveri” che si rivolgono ai Centri d’ascolto vicariali Caritas. «Persone, come i lavoratori delle Terme, che avevano contratti stagionali oggi si sono ritrovati ad avere solo dei contratti a chiamata – spiega Daniela Crivellaro – E chi trova lavoro, oggi, spesso lo trova a tempo determinato». Il rincaro dell’energia pesa doppiamente su queste categorie di persone: «Famiglie con meno entrate o con entrate meno stabili devono appellarsi a bonus o incentivi che lo Stato oggi sta mettendo in atto, altrimenti c’è il rischio di non farcela».

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