Caritas. Come aiutare nella ricerca del lavoro? Formazione per i volontari dei Centri di ascolto vicariali

Pomeriggio di formazione, insieme a Irecoop Veneto, per oltre 100 volontari dei Centri di ascolto vicariali

Caritas. Come aiutare nella ricerca del lavoro? Formazione per i volontari dei Centri di ascolto vicariali

Come si trova lavoro? Ma soprattutto, come si aiutano le persone a trovare lavoro? Lo scorso 19 maggio oltre cento
volontari dei Centri d’ascolto vicariali di Caritas Padova, provenienti da tutto il territorio diocesano, hanno preso parte a un pomeriggio di formazione con alcuni consulenti di Irecoop Veneto (ente di formazione che si rivolge a persone, enti e istituzioni; info: irecoop.veneto.it). Al centro, appunto, il tema del lavoro e della sua ricerca da parte delle persone che si rivolgono ai Centri d’ascolto vicariali in cerca di aiuto.

«È stato un pomeriggio davvero fruttuoso – spiega Simone Pagnin, psicologo, psicoterapeuta e consulente per Irecoop Veneto – in quanto ci ha permesso di condividere assieme ai volontari Caritas lo stato attuale delle politiche attive del lavoro disponibili e anche ragionare su come si sia modificato il mercato del lavoro negli ultimi anni». Fondamentali in questo incontro di formazione sono state le esperienze dei volontari, ma anche l’individuazione delle buone pratiche da mettere in atto e i possibili interventi in vista delle politiche che saranno disponibili nel prossimo futuro.

«Questa formazione – continua Pagnin – è cominciata dal confronto con le credenze e le convinzioni dei volontari riguardo al mercato del lavoro, ad esempio su come debba essere steso un curriculum efficace, sul fatto se sia vero che le aziende non assumono persone oltre una certa età, e come queste convinzioni ci condizionino. Se il curriculum sembra diventare un elemento fondamentale, in realtà è più importante come la persona presenta se stessa e il valore aggiunto che potrebbe rappresentare per l’azienda».

La formatrice Micol Vinci di Irecoop Veneto restituisce la giornata: «Ho percepito molta passione da parte di tutti, e mi è rimasto impresso il fatto che i volontari cercassero attivamente nuove informazioni su come gestire al meglio ogni situazione delle persone che ricevono, per dare loro ancora di più. Non solo dunque cosa scrivere nel curriculum, ma anche quali punti di forza considerare per superare le resistenze e i dubbi di quando ci si iscrive a un centro per l’impiego, non sapendo bene come poi ci si muoverà».

Particolare attenzione è stata dedicata nel descrivere come comportarsi con quanti hanno ormai perso la speranza: «Abbiamo parlato di come “attivare” persone che dopo anni rimangono dipendenti dai servizi del territorio». Confronti e spiegazioni sono avvenuti finalmente di nuovo in presenza e non più solo on line come negli ultimi due anni: «Sono emerse tante idee e tante esperienze, tutte capaci di dimostrare quanto sia importante il lavoro di questi volontari, ma anche quanto siano essenziali pratiche ritenute banali come l’iscrizione appunto al centro per l’impiego, un’azione che oltre a dimostrare la voglia di attivarsi, permette alle persone di venire inserite in portali dai quali accedere a servizi di politiche attive del lavoro».

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