Castelbaldo. Una chiesa ora più bella e luminosa

Castelbaldo. Grazie ai contributi Cei e Cariparo sono terminati i lavori urgenti al campanile, la cui guglia era a rischio crollo, ed è stato risanato il tetto dell’arcipretale di San Prosdocimo

Castelbaldo. Una chiesa ora più bella e luminosa

Si stanno concludendo a Castelbaldo gli importanti lavori di restauro dell’arcipretale di San Prosdocimo e dell’attiguo campanile: quest’ultimo, in particolare, necessitava di un intervento urgente di consolidamento alla parte sommitale, realizzata con una cuspide dalla forma complessa e ricoperta di lastre zincate.

«Nell’aprile 2018 – racconta il parroco, don Lorenzo Mischiati – salendo verso la cima del campanile mi sono accorto che era collassata la struttura lignea della guglia e che le lastre si staccavano. Abbiamo fatto richiesta di un’intervento urgente, trovando grande supporto nella curia vescovile: dopo un mese le impalcature di sicurezza erano installate».

Le successive indagini avevano confermato il pessimo stato di conservazione della struttura di supporto alla cuspide, con particolare riferimento al tamponamento di chiusura che a causa di un marcimento diffuso si stava “muovendo”, trascinando in basso anche le lastre in lamiera a esso ancorate, causando brecce dalle quali si infiltravano vento e acqua meteorica che intaccavano l’ossatura lignea portante. Alcune travature portanti presentavano aree fortemente ammalorate o del tutto inconsistenti, e parti metalliche pesantemente intaccate dalla ruggine. Infine, i quattro pinnacoli risultavano fratturati e poco stabili.

L’intervento eseguito, sia sulla cuspide che sul tamburo e fino ai pinnacoli, ha previsto la rimozione delle parti irrecuperabili e la loro sostituzione. Le strutture lignee portanti sono state verificate e correttamente ripristinate dove occorreva. Recuperata la struttura portante e riposato il tamponamento, si è proceduto col rivestimento finale. Anche il paramento in cotto del tamburo, per la parte esterna, è stato appositamente trattato. A completamento dei lavori si è proceduto alla verifica e consolidamento della croce sommitale, alla manutenzione del parafulmine e all’inserimento di copertine in piombo sui cornicioni accessibili, a protezione dagli agenti atmosferici.

In parallelo ai lavori sul campanile è stato possibile procedere anche al risanamento del tetto della parrocchiale. «Questo era un intervento programmato e auspicato già dal parroco mio predecessore, e reso oggi possibile dai contributi ricevuti. I nostri sottotetti sono lignei, ancora con coperture ad arelle e malta. Il riscaldamento ad aria e gli sbalzi termici sollecitano, nel tempo, l’elasticità dei materiali, che si rovinano», spiega don Mischiati.

La chiesa di Castelbaldo è un edificio riedificato a fine Settecento, e si compone di unica navata cui si aggiungono presbiterio e abside, con altari laterali e interni ingentiliti da lesene e semicolonne a parete. Il soffitto a vela è decorato da dipinti dedicati a San Prosdocimo, San Sebastiano e Sant’Antonio abate, che sono anche i tre patroni dell’unità pastorale. I lavori di restauro hanno interessato primariamente la copertura e il sottotetto, che evidenziava tracce di degrado e infiltrazioni meteoriche ed era appesantito da guano e le lesioni sulle murature, sia nel sottotetto che in facciata. Si è provveduto a interventi sia di manutenzione che di rinforzo strutturale in funzione anche antisismica. Gli interventi nel controsoffitto hanno riguardato sia l’estradosso (strutture di sostegno, travature, centine) che l’intradosso. In chiesa, si è proceduto al rifacimento dell’intonaco e alla dipintura generale, preservando i dipinti che, nell’occasione, sono stati ripuliti.

«Vedendo lo splendore del restauro, che ha dato luce e bellezza alla chiesa, è nato il desiderio di completare l’opera rinfrescando anche tutto il resto: ma il costo per una piccola parrocchia come la nostra è proibitivo, dovremo attendere altri finanziamenti. Vi sono comunque oggi altre priorità», conclude don Mischiati.

I lavori di restauro sono stati realizzati grazie ai fondi dell’otto per mille della Cei e a un contributo della Fondazione Cariparo, sono costati 170 mila euro per il campanile, di cui 30 mila raccolti da offerte dei fedeli, e 320 mila per la chiesa, totalmente coperti dai contributi. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Dino Borin di Arquà Petrarca.

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