Catechesi. Comunità generative: è la sfida

Comprendersi come “comunità”, e non come aggregato di persone che frequentano gli stessi luoghi e attività, è il primo passo. Dando vita a relazioni di vicinanza ed estese

Catechesi. Comunità generative: è la sfida

Il tema della generatività sta diventando un facile slogan, più come auspicio che reale possibilità di rinnovamento. La questione tuttavia è di sempre, in quanto non esiste una comunità cristiana data una volta per tutte ma quella generata in un dato contesto culturale. Anche la sua missione, quindi, si configurerà con determinate caratteristiche. Oggi siamo nel guado, nella transizione da un certo tipo di cristianesimo (societas christiana) a un altro. Come può essere generativa la Chiesa all’inizio del terzo millennio? Anzitutto comprendendosi come “comunità” e non come aggregato di persone che frequentano gli stessi luoghi o partecipano alle medesime attività. Essere comunità significa generare relazioni, di vicinanza ed estese; senza appiattirsi sulla appartenenza e con lo sguardo capace di cogliere l’orizzonte dell’altro. La comunità vive di due dimensioni: affettiva ed effettiva. La prima si origina nelle relazioni strette che si instaurano quotidianamente e che generano condivisione, testimonianza gioiosa, collaborazione. La seconda nella considerazione che gli appartenenti non sono solo i “fedeli” ma tutti i battezzati, tutti gli uomini di buona volontà, perché Dio ha «un popolo numeroso in questa città» (At 18,10). Inoltre, una comunità può essere significativa nel generare alla vita cristiana nella misura in cui ciò che propone genera “esperienza”. Non c’è un automatismo tra la proposta formativa e la sua introiezione, tra il rito e la vita, tra la partecipazione e l’assunzione di responsabilità. Far fare esperienza significa attivare le diverse dimensioni dell’umano, dalla emotività alla ragionevolezza, dalla percezione alla produzione di senso. L’esperienza di fede si attiva nel coinvolgimento personale all’interno delle azioni ecclesiali che diventano eterotopie, cioè prassi pastorali che rimandano ad altro, in una parola alla relazione con Cristo. Il confronto con le esperienze di vita presenti nella Sacra Scrittura permette di rileggere e trasformare la propria. Ancora, una comunità diventa generativa nella misura in cui sa “cogliere e valorizzare l’agire di Dio” oltre i propri confini affettivi e valoriali. Lo Spirito Santo genera continuamente il bene, nel cuore di credenti e non, tra cristiani e osservanti di altre fedi. I cercatori di Dio ci sono ovunque e stimolano a condividere la ricerca e la propria esperienza di vita. Ci sono gesti di altruismo e di volontariato che possiamo qualificare come filantropia, perché compiuti in nome del valore della persona. Ma si tratta dello stesso valore cristiano anche se non trova ancora la qualifica di charitas Christi. Ci sono testimonianze di bene che arricchiscono il vivere umano e che non sono estranee dalla richiesta di stile del Vangelo anche se non ne hanno l’etichetta. Una comunità che genera mette in sinergia le potenzialità carismatiche che trova sul suo cammino.

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