Centro d'ascolto vicariale, aiutati in 125 dal 2015

Il centro d'ascolto Caritas nel vicariato di Campagna Lupia: attivo dal maggio 2015 a Bojon, ha aiutato più di 125 persone. "All'inizio più stranieri, ora sempre di più sono gli italiani che vengono da noi"

Centro d'ascolto vicariale, aiutati in 125 dal 2015

Il centro d’ascolto Caritas del vicariato di Campagna Lupia è attivo dal maggio 2015 a Bojon, nel comune di Campolongo Maggiore. I 18 volontari accolgono le persone che vi si recano ogni sabato mattina dalle 9 alle 11.30.

«In due anni e mezzo – racconta Michele Casarin, volontario del centro d’ascolto – abbiamo aiutato più di 125 persone. C’è anche chi non viene più, perché fortunatamente ha trovato una soluzione ai suoi problemi». Il centro d’ascolto gode dell’esperienza maturata dalla Caritas interparrocchiale di Campoverardo, che ancora oggi opera per la distribuzione di generi alimentari. La seconda domenica di ogni mese tutte le parrocchie organizzano una raccolta di alimenti: nel 2017 sono stati donati 40 quintali di generi alimentari. «Non basta per tutti i bisogni che vi sono, ma è una goccia continua che ci aiuta ad andare avanti».

Dal 2015 la platea del centro d’ascolto è cambiata: «All’inizio c’erano più stranieri – confida Casarin – oggi però il numero degli italiani che vengono da noi è aumentato esponenzialmente. Il motivo di tante criticità è quasi sempre la perdita di lavoro, ma oltre ai problemi economici notiamo anche tante “povertà di spirito”. Queste persone devono essere supportate, spronate, a volte anche rimproverate, ma l’accompagnamento è l’unica soluzione, perché non abbiano modo di scoraggiarsi mentre le loro condizioni si aggravano sempre di più».

Volontari, il servizio si fa "catechesi"

Per don Massimo Draghi, vicario di Campagna Lupia e parroco a Bojon e Santa Maria Assunta, le attività della Caritas e in particolare il centro d’ascolto vicariale sono diventati in pochi mesi «centri educativi della realtà visibile».

Il primo risultato del centro d’ascolto Caritas vicariale? «Da noi è cresciuta la dimensione evangelica – conferma don Massimo – Carità non solo come aiuto, ma come karis, come grazia. È cambiato l’atteggiamento delle persone che si sono messe a disposizione degli altri. Non è una battuta, ma davvero qui i volontari ricevono più di quello che danno».

Cambiano gli atteggiamenti e i modi di vedere il mondo: «Se lascio spazio all’altro, la carità mi cambia. Frequentare il centro d’ascolto vicariale ci insegna l’umiltà: blocco il giudizio, mi metto in ascolto, lascio che l’altro parli. È uno stile che è utile per tutta la comunità».

Le comunità del vicariato di Campagna Lupia hanno cura che questa dimensione non sia esclusiva della ventina di volontari che ogni settimana donano il loro tempo – e il loro cuore – a questo servizio fondamentale: «L’anno scorso abbiamo utilizzato le testimonianze delle persone che vengono al centro d’ascolto, che hanno accolto e aiutato, per la via Crucis della settimana santa. È una pagina di Vangelo che si sta costruendo ed è una ricchezza che va condivisa per la comunità».

La definisce una “catechesi”: «È interessante vedere la crescita esponenziale delle collaborazioni tra Caritas e catechesi. I ragazzi incontrano i volontari, visitano il centro d’ascolto, se sono più grandi danno una mano nelle raccolte alimentari. È un modo per toccare con mano la carità».

C’è stato anche un pranzo con i migranti: «In un territorio come il nostro, in cui parlare d’accoglienza è più difficile, questi segnali ci mostrano come l’integrazione non sia solo possibile, ma anche doverosa». 

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