Chiuppano. Si riparte con Wojtyla. Chiusi i festeggiamenti per i 600 anni della chiesa intitolando la cappella invernale a Giovanni Paolo II

Due eventi, il 28 e 29 settembre, hanno concluso i festeggiamenti per i 600 anni della chiesa di San Michele Arcangelo a Chiuppano. Il 28 è stato ricollocato l'angelo sul campanile, danneggiato un anno fa da un fulmine, il 29 invece la dedicazione della cappella interna a san Giovanni Paolo II. Per l'occasione è arrivata anche una reliquia "ex sanguine" di papa Woytila che è stata posta in un reliquiario che riproduce quello di Cracovia. I due eventi sono stati anche occasione per ripartire.

Chiuppano. Si riparte con Wojtyla. Chiusi i festeggiamenti per i 600 anni della chiesa intitolando la cappella invernale a Giovanni Paolo II

La ripartenza delle attività e l’avvio del nuovo anno pastorale per la parrocchia di San Michele Arcangelo di Chiuppano, nel Vicentino, è stata segnata da due eventi che hanno chiuso anche i festeggiamenti per i 600 anni della chiesa. Il 28 e 29 settembre infatti la comunità si è ritrovata per partecipare alla ricollocazione sul campanile della statua dell’angelo, colpita da un fulmine un anno fa, e la dedicazione della cappella all’interno della chiesa a san Giovanni Paolo II.

«Ci siamo chiesti – spiega don Loris Gasparella, il parroco – quale segno potevamo lasciare di questi 600 anni, un ricordo che rimanesse per sempre. Abbiamo pensato di intitolare la cappella, detta “invernale” o “del Crocifisso” a papa Wojtyla. Grazie a una serie di contatti e circostanze favorevoli siamo riusciti anche ad avere una preziosa reliquia “ex sanguine” del papa, dono del cardinale polacco Stanislaw Dziwisz che sarà conservata in un reliquiario, offerto da un parrocchiano, copia di quello del cardinale di Cracovia».

Il 18 maggio 1419, per volontà degli abitanti di Chiuppano, del pievano di Caltrano e del vescovo di Padova veniva costituita la parrocchia. Il 18 maggio di quest’anno non si sono potuti concludere i festeggiamenti per i 600 anni, ma è stato il primo giorno in cui si è ripreso a celebrare insieme pubblicamente dopo il lockdown. Il 18 maggio sono stati anche 100 anni dalla nascita di papa Giovanni Paolo II. Un giorno carico quindi di avvenimenti. «Un anniversario che verrà sicuramente ricordato – continua il parroco – ma al di là degli eventi e delle ricorrenze, è bello constatare la presenza della comunità, percepire la fede e devozione. I due appuntamenti del 28 e 29 settembre sono stati bei momenti comunitari, feste molto semplici che hanno visto la partecipazione anche di molte associazioni del territorio segno che la parrocchia è inserita in un tessuto sociale ricco. Qui si percepisce una fede genuina e semplice, una fede tradizionale che può sembrare qualcosa di "vecchio", poco attuale, invece è un buon collante, anche a livello sociale». Questa partecipazione la si nota anche in piccoli gesti concreti, come il restauro dei banchi della chiesa: qui i parrocchiani non si sono tirati indietro e oltre al restauro dei 20 banchi della cappella, ora si procederà anche con una quarantina della chiesa. 

La cappella, che ha anche una nuova porta ingresso, dono di un parrocchiano, con lo stemma e il motto di papa Wojtyla, "Totus tuus", diventerà luogo di preghiera personale e comunitaria. Ogni martedì, infatti, alle ore 18, si tiene la preghiera della Coroncina: lo stesso cardinale di Cracovia, nella lettera inviata con la reliquia, invitava a intensificare la preghiera della devozione alla Divina misericordia e l’affidamento a Giovanni Paolo II. Il secondo lunedì del mese invece ci sarà una scuola di preghiera per adulti con veglia, riflessione e attenzione particolare ad alcuni segni. In ottobre ci si concentra sulla figura di san Francesco, in novembre i santi e in dicembre il tempo dell’attesa. «Anche gli adulti cercano momenti di spiritualità – conclude il parroco – vogliono essere alimentati non solo con un cammino biblico, ma anche con riflessione e preghiera. Dopo la presentazione degli orientamenti pastorali, partiranno le diverse attività, anche se sarà un anno pastorale da vivere con cautela. Si percepiscono ancora molte fragilità, le famiglie sono ancora restie a muoversi. Cerchiamo di stare vicino a chi è in difficoltà: qui la povertà, più che economica, è fatta soprattutto di solitudine, negli anziani, ma anche nelle famiglie. L’attesa poi della comunità è tutta rivolta alla visita del vescovo Claudio che sarà in gennaio, dopo che è saltata a maggio scorso».

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