Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Due priorità: giovani e povertà educativa

Convegno delle Caritas diocesane Si è svolto a Salerno dal 17 al 20 aprile e vi ha partecipato anche una delegazione di Padova. È stata l’occasione per riflettere su alcuni fronti particolarmente urgenti

Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Due priorità: giovani e povertà educativa

C’era anche Padova al 43° convegno nazionale delle Caritas diocesane (a Salerno, 17-20 aprile). Tra i tanti temi, due quelli centrali: i giovani e la povertà educativa. Sui giovani e il mondo Caritas si è insistito, racconta Sara Ferrari di Caritas Padova, sull’importanza «di essere e promuovere, anche a livello parrocchiale, una Caritas inclusiva, attenta alle dinamiche giovanili, pronta ad accoglierli e ad accettare punti di vista diversi ma sicuramente arricchenti. Attualmente i giovani, a livello di Caritas, o sono pensati come “beneficiari”, i Neet, o come freschi collaboratori, e quindi si cerca di coinvolgerli in progetti, esperienze o servizi che però sono sempre progettati da altri. Il nuovo paradigma che Caritas Europa e Caritas italiana, invece, stanno cercando di introdurre è lasciare che i giovani, con tutto quello che rappresentano e si portano dentro, siano protagonisti responsabili e consapevoli del diritto/dovere di “mettersi in gioco in prima persona, sporcarsi le mani, raccogliere e tenere viva la preziosissima eredità di Caritas”» Sul tema della povertà educativa, Caritas Padova già opera da tre anni: «Sebbene il nostro sia un progetto complesso e delicato, ha messo in luce quanto, anche nella nostra Diocesi, il fenomeno della povertà tra i più piccoli sia importante e sommerso. Povertà educativa non significa so lo povertà economica, anche se vi è strettamente correlata, ma comprende la privazione da parte dei bambini e delle bambine della possibilità di apprendere e sperimentare per crescere da un punto di vista cognitivo, socio emozionale e fisico. Anche noi, attraverso i servizi Caritas intercettiamo tutti i giorni “povertà bambine” e solo grazie all’osservazione, alla riflessione e al confronto in equipe possiamo imparare a leggere tra le righe facendo attenzione a ciò che implicitamente gli adulti raccontano. Se non impariamo a porre attenzione ai più piccoli, la conseguenza potrebbe essere, purtroppo, il perpetrarsi, a livello generazionale, di situazioni di marginalità».

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