Cucine popolari e marmellate. Passione per la terra e per il sociale

Marmellate. Della trasformazione di frutta “scartata” si è occupato Il Casale delle Erbe di Bolzano Vicentino. «Questo progetto fa parte della nostra filosofia di vita»

Cucine popolari e marmellate. Passione per la terra e per il sociale

Quando le collaborazioni si instaurano tra realtà che condividono valori importanti, il risultato non può che essere buono. E le marmellate che Il Casale delle Erbe ha prodotto per le Cucine popolari di Padova buone lo sono di sicuro. Il contatto si deve a Campagna amica, la fondazione promossa da Coldiretti che ha messo in rete migliaia di fattorie, mercati e agriturismi in tutta Italia con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dell’agricoltura nella tutela dell’ambiente, delle tradizioni, della sicurezza alimentare e dell’accesso al cibo a un giusto prezzo. Il Casale delle Erbe è stato fondato nel 2006 a Bolzano Vicentino da Emanuela Fattori, laureata in tecniche erboristiche, come evoluzione dell’azienda agricola dei genitori e attualmente è un’azienda biologica di coltivazione e trasformazione di erbe officinali, produzione e vendita di frutta e verdura biologica a chilometro zero, fattoria didattica e sociale ed erboristeria. «Siamo una piccola azienda – spiega Fattori – con un laboratorio di trasformazione attivato inizialmente per i nostri prodotti, ma da quest’anno utilizzato anche da terzi, anche grazie a nuove attrezzature che ci permettono di pastorizzare e sterilizzare il prodotto con una filiera più controllata. Campagna amica ci ha messo in contatto con le Cucine popolari e ben volentieri abbiamo lavorato per loro. Fa parte della nostra filosofia di vita». Il Casale delle Erbe è infatti anche fattoria sociale. In questi anni ha collaborato con cooperative che si occupano di ragazzi con disabilità o di immigrati, con il Sert, la Caritas e altre realtà sociali. Prima del Covid ci venivano le scuole: i bambini dei primi tre anni della primaria potevano imparare a conoscere le api, che rappresentano anche un termometro del rapporto tra l’uomo e la natura. «Credo che tra tutti gli animali, le api siano quelle che risentono di più dei cambiamenti climatici. Stiamo toccando con mano, anche negli altri settori agricoli, cos’è questo cambiamento. A fine luglio una grandinata ha distrutto tutto in dieci minuti. Ora sono sempre più frequenti periodi siccitosi seguiti da precipitazioni devastanti. Gelate tardive, che seguono a periodi di caldo. Non lo dico per lamentarmi, ma per affermare la necessità di adeguare le tecniche agricole a questa nuova situazione e di fare, tutti, la nostra parte»

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