Da studenti alle Cucine economiche popolari: un servizio di una settimana intera con laboratori di cittadinanza responsabile

Progetto Pcto. Il percorso è nato lo scorso anno insieme all’istituto Alberti di Abano Terme. Gli studenti delle superiori hanno la possibilità di svolgere il servizio alle Cucine popolari per una settimana intera, partecipando anche a laboratori di cittadinanza responsabile

Da studenti alle Cucine economiche popolari: un servizio di una settimana intera con laboratori di cittadinanza responsabile

Umanamente arricchente, educativa, positiva e coinvolgente. Così i ragazzi che hanno svolto il Pcto (Percorso per le
competenze trasversali e l’orientamento) alle Cucine economiche popolari hanno descritto la loro esperienza. I risultati dell’indagine, svolta da una studentessa durante il tirocinio pre lauream alle Cep, sono stati poi inseriti nel bilancio sociale delle Cucine. Si nota una netta differenza tra l’idea dell’ambiente che avevano i ragazzi prima di iniziare l’attività e quella sviluppata dopo l’esperienza. Gli studenti sono stati colpiti dalla gentilezza degli ospiti e dalla disponibilità degli operatori, mentre l’insegnamento più importante ricevuto, secondo la maggioranza degli intervistati, è quello di «essere più aperti e comprensivi verso le altre persone e culture, tentando di non farsi influenzare dai pregiudizi». Il progetto è iniziato lo scorso anno ed è stato sviluppato insieme all’Istituto Alberti di Abano Terme, la cui dirigente scolastica Stefania Ponchia e un docente in particolare, Giacomo Magro, hanno dimostrato una particolare sensibilità alla mission delle Cep e della Fondazione Nervo Pasini. «Quello che cerchiamo di fare qui con il Pcto – spiega Marco Rosso, operatore delle Cucine – è sviluppare competenze trasversali e multidisciplinari a 360 gradi, nell’ambito umanistico, sociale e di cittadinanza attiva. Per questo, il progetto non si limita al servizio, ma prevede alcuni laboratori, per aiutare i ragazzi a collocare la loro esperienza in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti e dei doveri delle persone». L’esperienza pratica è anticipata da due incontri propedeutici, uno sul linguaggio dei media e il pensiero critico e uno su un caso specifico, quello del popolo Saharawi. Dopodiché inizia l’esperienza all’interno delle Cep, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 15. La prima ora è dedicata a un laboratorio. Cinque temi per cinque giorni, tre dei quali gestiti dalle Cucine – La storia e lo stile delle Cep; la stigmatizzazione e il pregiudizio; giustizia sociale, consapevolezza, partecipazione e volontariato – e due affidati alla collaborazione con altre associazioni: Popoli insieme per approfondire il tema dell’accoglienza e i diritti dell’immigrato e Coldiretti per portare gli studenti a scegliere uno stile di vita basato sull’ecosostenibilità e la tutela dell’ambiente. Dopodiché inizia il servizio in mensa. I ragazzi devono comporre il vassoio del pranzo, proponendo agli ospiti di scegliere tra i primi e i secondi piatti. «Questo li aiuta a sviluppare competenze – conclude Marco Rosso – come lavoro in squadra, empatia, flessibilità, adattabilità, orientamento al servizio, abilità comunicative e consapevolezza organizzativa. Al termine del servizio gli studenti mangiano in sala con gli ospiti, anche per capire come viene percepito il servizio, poi aiutano nelle pulizie e alla fine è previsto uno spazio di verifica sulla giornata, con le sue difficoltà e gli episodi particolari».

Educazione alimentare di Coldiretti alle Cep

Sana alimentazione, origine dei prodotti agroalimentari, valore della biodiversità e tutela dell’ambiente i temi affrontati dai tutor di Coldiretti Padova ogni giovedì alle Cep nell’ambito dell’educazione alla “Campagna amica”.

Quest’anno circa sessanta ragazzi vivranno le Cucine

Il progetto del Pcto alle Cucine economiche popolari è stato avviato lo scorso anno grazie alla collaborazione tra Fondazione Nervo Pasini e l’istituto Alberti e ha visto l’adesione di oltre 30 alunni delle terze e quarte di qualsiasi indirizzo, dal tecnico ai licei. «L’incontro di restituzione che abbiamo fatto al rientro a scuola, lo scorso settembre, ha permesso di valutare la soddisfazione dei ragazzi», spiega il coordinatore del progetto Giacomo Magro, docente di storia e filosofia nel triennio, che ha lavorato sin dall’inizio con il sostegno della dirigente Stefania Ponchia. Cos’hanno sottolineato in particolare gli studenti di questa esperienza? «Ci hanno detto di essere contenti di aver potuto avvicinare una realtà a cui non erano abituati e che l’esperienza ha loro aperto i loro occhi. Si è trattato di un percorso
complesso, con aspetti pratici, economici, sociali e umani intrecciati che emergevano nella semplice relazione con gli ospiti delle Cucine. Si sono sentiti molto coinvolti e quanto hanno vissuto li ha stimolati a diverse riflessioni. Se tutti hanno sottolineato la positività, qualcuno ha ricordato anche le esperienze negative, come reazioni non cortesi da parte degli ospiti. Ma sono state lette da loro stessi come occasioni di crescita ed elaborate con suor Albina. Infine, anche il fatto di recarsi in città, a Padova, da soli e in modo autonomo è stato un elemento di crescita. Non c’è stata alcuna preoccupazione». E così quest’anno sono una sessantina i ragazzi che partecipano al progetto edizione 2022. «Alcuni ci avevano chiesto di ripetere per il secondo anno l’esperienza, ma abbiamo dovuto dire di no per lasciare il posto agli altri viste le molte domande. Abbiamo registrato non solo una partecipazione entusiasta e responsabile da parte di ragazzi, ma anche l’interesse delle famiglie. Certo che l’organizzazione di questa esperienza è stata complessa, ma, in particolare ora che sono cadute molte delle restrizioni dovute alla pandemia, sarà sempre più agevole e confermiamo la nostra volontà di riproporla ai ragazzi ogni anno».

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