«Diventiamo pane nelle mani di Dio». Davanti all’Eucaristia si realizza il miracolo di una vita trasformata

Per il consacrato – che vuole conformarsi totalmente a Cristo e a lui si fida/affida senza trattenere nulla per sé – davanti all’Eucaristia si realizza il miracolo di una vita trasformata

«Diventiamo pane nelle mani di Dio». Davanti all’Eucaristia si realizza il miracolo di una vita trasformata

Cosa ci hanno insegnato i mesi di “digiuno eucaristico”, i mesi in cui non era possibile partecipare alla celebrazione eucaristica, in cui non ci si poteva più radunare come Chiesa che ascolta la Parola di Dio e si nutre del corpo di Cristo? Abbiamo sentito la mancanza di qualcosa, di una relazione, di un incontro, ma abbiamo anche coltivato il desiderio di una spiritualità più profonda, di una fede più solida, di una relazione più vera con Dio e con i fratelli. Forse proprio attraverso l’esperienza vissuta si è arrivati a cogliere il valore di gesti, di azioni, di parole che si davano quasi per scontati, si è arrivati a sentire che l’Eucaristia è un dono vitale, sorgente di amore, di gioia, di vita piena. E per un consacrato vivere la celebrazione eucaristica è fondamentale per incontrare e contemplare Cristo, alla mensa della Parola e del pane spezzato.

L’Eucaristia, «fonte e apice di tutta la vita cristiana» (Lumen Gentium 11), è il dono più grande che Gesù potesse lasciarci, presenza viva di colui che ha promesso «ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20): è il dono della sua presenza. Di questo dono si alimenta e vive il consacrato per realizzare la propria identità ed essere a sua volta «un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito» (Vita consecrata, introduzione). Prendere coscienza di ciò significa dare luce alla vita consacrata e rivelarne la bellezza.

È la consapevolezza di riconoscersi amati nel sacrificio di Cristo, che spinge a far sì che la vita, e in particolare la vita consacrata, diventi un prolungamento dell’amore di Dio. È la consapevolezza di ricevere un dono gratuito che pone il consacrato nella logica della gratuità e della gratitudine. «Nell’Eucaristia infatti il Signore Gesù ci associa a sé nella propria offerta pasquale al Padre: offriamo e siamo offerti. La stessa consacrazione religiosa assume una struttura eucaristica: è totale oblazione di sé strettamente associata al sacrificio eucaristico» (Ripartire da Cristo 26). Come il pane viene spezzato per essere assunto e diventare alimento, così il consacrato comprende di dover diventare pane, ma pane nelle mani Dio, il solo che può moltiplicare l’offerta, sostenere la fatica quotidiana, dare senso alle conquiste e ai fallimenti. Il consacrato che vuole conformarsi totalmente a Cristo, si fida e si affida, senza trattenere nulla per sé. Allora davanti all’Eucaristia si realizza il miracolo di una vita trasformata: «L’Eucaristia, memoriale del sacrificio del Signore, cuore della vita della Chiesa e di ogni comunità, plasma dal di dentro l’oblazione rinnovata della propria esistenza, il progetto di vita comunitaria, la missione apostolica» (RdC 26).

Essere un dono d’amore per i fratelli è il miracolo che compie l’Eucaristia e attraverso il quale si edifica continuamente la Chiesa. L’Eucaristia è sorgente dell’unità ecclesiale, è epifania di comunione (cfr. Mane nobiscum Domine) e «alle persone consacrate si chiede davvero di essere esperte di comunione» (Vc 46).

Assunto o adorato il corpo di Cristo rinnova la vita interiore, apre gli occhi sulla realtà, pone le basi di quel «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37) che fa dire ogni giorno «eccomi», spinge a non calcolare umanamente, a non fermarsi di fronte ai propri limiti e al proprio peccato, ma a crescere nella fede. Allora la vita diventa un continuo rendimento di grazie per i benefici di ogni giorno, per l’amore riconosciuto e ricevuto nel sacrificio di Cristo, per la capacità di amare, di cercare il perdono e di perdonare che nell’Eucaristia trova la sua sorgente. Allora la vita consacrata acquista la sua bellezza.

suor Patrizia Liuzzi
salesia, educatrice nella casa famiglia “leonati”

Intenzioni di febbraio

Intenzione universale del papa

Preghiamo per le donne vittime di violenza, perché vengano protette dalla società e le loro sofferenze siano prese in considerazione e ascoltate.

Intenzione dei vescovi

Perché l’esperienza del dolore, della malattia e del limite apra i cuori al sereno abbandono tra le braccia del Padre della vita.

Intenzione per il clero

Cuore di Gesù, sei stato presentato al Tempio… i tuoi ministri si presentano al popolo di Dio quali tuoi amici: fa’ che possano essere segno credibile della tua salvifica generosità.

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