Domenica all'Oasi di Chiesanuova apre una Porta santa

La famiglia religiosa Mercedaria compie 800 anni dalla fondazione e per celebrare questo anniversario è stato indetto un Giubileo con l'apertura di più porte sante nelle varie realtà presenti non solo nel territorio italiano. A Padova i Padri Mercedari operano in via Righi dove ospitano ex detenuti, detenuti in permesso premio o in misura alternativa alla detenzione. La cerimonia dell'apertura della porta santa è domenica 29 alle ore 10, presieduta dal Vescovo Claudio.  

Domenica all'Oasi di Chiesanuova apre una Porta santa

Il 2018 è un anno importante per la famiglia religiosa dei Mercedari: compie infatti 800 anni dalla fondazione e per celebrare questo anniversario è stato indetto un giubileo che si è aperto a Roma, nella basilica di San Pietro, il 17 gennaio e si concluderà a Lima, in Perù, il 17 gennaio 2019. Per i padri Mercedari di via Righi 46, a Padova, questo vuol dire anche l'apertura di una porta santa. Nella chiesa dell’Oasi, Opera assistenza scarcerati italiani, domenica 29 alle 10, il vescovo Claudio celebra l’eucarestia preceduta da una riflessione e una preghiera e da una breve processione che coinvolge non solo gli ospiti dell’Oasi, ma anche la comunità di Chiesanuova.

«Queste evento – precisa padre Dino Lai, tornato da tre anni all’Oasi, dove 1988 al 1991 è stato il direttore – significa per noi vivere in modo dogmatico la nostra fede. Il papa ci dà la possibilità di vivere il giubileo: questo ci fa capire che i nostri 800 anni sono importanti per lui. L’apertura della porta santa è uno sguardo particolare delle Chiese gerarchiche nei nostri confronti. Ma siamo anche convinti che questo momento sia necessario viverlo, condividerlo, maturarlo anche con chi ci sta attorno, con la comunità parrocchiale, gli abitanti di via Righi, i nostri ospiti».

L’ordine di Santa Maria della Mercede viene fondato da Pietro Nolasco il 10 agosto 1218 a Barcellona. A Padova è presente con l’Oasi, sorta nel 1965, un’opera che accoglie ex-detenuti, detenuti in permesso premio o in misura alternativa alla detenzione, favorendone il recupero, il riadattamento e l’integrazione sociale. «L’ordine fu fondato per la redenzione degli schiavi – precisa padre Dino – oggi i nostri schiavi sono proprio i detenuti, persone che hanno commesso gravi errori e che spesso non trovano accoglienza nemmeno nelle loro famiglie di origine. E anche per loro questo momento diventa importante: hanno bisogno del perdono di Dio e devono capire che c'è da volere bene in modo diverso, pregare di più perché questo farà fruttificare l’amore del Signore».

Attualmente la struttura ospita 25 persone: 18 sono fisse (vivono giorno e notte), un paio provengono da una collaborazione attiva con i servizi sociali del comune di Padova, altri sono in semilibertà e la sera rientrano in carcere. Sono seguiti da due educatori, oltre che dai due religiosi presenti nella comunità, padre Dino e padre Giovanni Fabiano, a Padova da nove anni e attuale direttore. Lavorano al mantenimento della casa e nella cooperativa interna che si occupa per lo più di lavori di assemblaggio per conto terzi o all’esterno.

«Sarà un momento di festa – continua il religioso – per tutta via Righi, per la comunità parrocchiale di Chiesanuova che ci conosce e ci vuole bene e nella quale siamo ben integrati. E naturalmente per le persone che sono qui, con le quali ci siamo più volte confrontati in semplici chiacchierate per condividere le emozioni, la curiosità e le aspettative di questo momento. Il giubileo ci invita a vivere santamente tutto l’anno, non solo il giorno dell'apertura della porta santa. E proprio per mantenere viva e ravvivare continuamente questa luce nei prossimi mesi proporremo altri momenti per rinnovare lo spirito del giubileo. La porta santa dovrebbe aprire una finestra per far entrare una luce nuova, è impegno a far sì che gli ospiti e le persone esterne vedano questa luce, che è una luce di semplicità, umiltà, amore».

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Dal messaggio del papa per gli 800 anni dei Mercedari

«Siamo tutti chiamati a vivere la gioia che nasce dall’incontro con Gesù − scrive Francesco ai Mercedari – per vincere il nostro egoismo, uscire dalla nostra comodità e osare giungere a ogni periferia che ha bisogno della luce del Vangelo. Possiamo rispondere al Signore con generosità quando sperimentiamo di essere amati da Dio nonostante il nostro peccato e la nostra inconsistenza».

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