«E se fossi prete?». Ecco dove cercare risposta

A ottobre inizia il nuovo anno formativo della comunità vocazionale diocesana di Casa Sant'Andrea a Rubano. «Che cercate?» (Gv 1,38), slogan alla Giornata diocesana del Seminario, sarà la domanda che guiderà il nuovo gruppo di giovani giovani nel discernimento orientato alla scelta del presbiterato.

«E se fossi prete?». Ecco dove cercare risposta

La domanda che fa da slogan alla Giornata diocesana del Seminario – «Che cercate?» (Gv 1,38) – è risuonata con forza nella vita di tanti giovani che hanno vissuto l’esperienza del discernimento orientato alla scelta del presbiterato nella comunità vocazionale di Casa Sant’Andrea. «In questi anni – sottolinea don Silvano Trincanato, il direttore – Casa Sant’Andrea ha accolto giovani che dopo aver avuto un’intuizione vocazionale nell’adolescenza, l’hanno avvertita crescere nel tempo con l’insorgere di domande relative al progetto di vita. Che farò al termine dell’università? Questo lavoro è ciò che veramente desidero? Così come vivo sono davvero contento?».

Casa Sant’Andrea è nata nel 1993, dall’idea di aiutare i giovani che, non avendo fatto il Seminario minore e provenienti dal mondo del lavoro o dello studio, chiedevano di entrare in Seminario maggiore. In questi 25 anni, prima nella sede di Mandria (Padova) e poi in quella attuale di Rubano (presso il Seminario minore), sono stati accolti 177 giovani, 77 dei quali sono poi diventati preti.

«Ho scelto di entrare a Casa Sant’Andrea – racconta Denis Tamiazzo, 23 anni, laureato in lettere moderne – grazie a una domanda profonda sorta in me quando nel 2015 il mio parroco ha annunciato alla comunità che avrebbe cambiato parrocchia: “E se fossi io al posto suo? Se anch’io fossi prete?”. Questa domanda mi spiazzò: preferii ignorarla, perché avevo paura di lasciare le mie certezze per seguire questa “strana” idea. Successivamente, alla Gmg di Cracovia, ho sentito chiaramente l’esigenza di approfondire quella domanda, e quindi di verificare se la chiamata del Signore fosse reale. Così ho frequentato il gruppo vocazionale diocesano, dove ho potuto superare alcune delle mie incertezze e paure, e maturare la scelta di entrare a Casa Sant’Andrea».

Sono due preti le figure educative che accompagnano i giovani durante l’anno di discernimento e vivono a tempo pieno la vita quotidiana con loro. Oltre a don Silvano Trincanato, direttore anche dell’ufficio diocesano per la pastorale vocazionale, c'è il padre spirituale don Giuseppe Toffanello, che introduce i giovani alla spiritualità e all’esercizio della preghiera e si rende disponibile per la direzione spirituale.

«Casa Sant’Andrea – riprende don Trincanato – ha il compito anzitutto di aiutare i giovani a vivere un rapporto vero e profondo con il Signore e con i fratelli, per proseguire nel discernimento vocazionale e per introdurli poi al Seminario maggiore. In tutto questo ha un ruolo importante la vita fraterna, dai toni quasi familiari, che offre ai giovani la possibilità di scoprirsi chiamati insieme ad altri a seguire il Maestro e un luogo concreto in cui risuona la voce del Signore che parla».

Il primo e fondamentale ingrediente della proposta è la dimensione della preghiera, comunitaria e personale, che si intreccia con il tempo dello studio e del servizio in una delle realtà caritative diocesane. Durante l’anno si svolgono una serie di incontri formativi, tra cui un percorso catechetico utile ad approfondire alcuni contenuti di fede e inerenti alla vita presbiterale; inoltre vengono condivisi diversi momenti di conoscenza e ascolto della Parola, alcuni dei quali sono aperti anche ai giovani della diocesi. Ogni sabato e domenica i giovani svolgono l’attività pastorale nella parrocchia d’origine.

«Di tutte le esperienze vissute – condivide Tamiazzo – quella che più mi ha aiutato nel discernimento è stata la testimonianza di alcuni sacerdoti che abbiamo incontrato nel corso dell’anno. Mi sono lasciato provocare dalle loro esperienze. Anche nei momenti più bui, si sono affidati a Dio e hanno riletto la loro vita alla luce della Parola, con l’aiuto del proprio padre spirituale».

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