Eucaristia e vita contemplativa. Fonte e culmine del nostro cammino di offerta a Lui

«È ispirazione per la nostra totale dedizione al Cristo: Gesù che si è spezzato, si spezza per noi - ricorda papa Francesco – e ci chiede a nostra volta di darci, di spezzarci per gli altri». A cura delle Sorelle Clarisse del monastero di San Bonaventura in Padova

Eucaristia e vita contemplativa. Fonte e culmine del nostro cammino di offerta a Lui

Per le contemplative l’eucaristia è «ispirazione ed alimento per la loro dedizione totale a Cristo. Dall’eucaristia traggono conforto e spinta per essere, anche nel nostro tempo, segno dell’amore gratuito e fecondo che Dio ha verso l’umanità» (Sacramentum Caritatis 81).

Queste parole di papa Benedetto XVI esprimono bene ciò che l’eucaristia celebrata, adorata e vissuta è nella nostra esistenza. L’eucaristia è ispirazione per la nostra totale dedizione al Cristo. «Gesù che si è spezzato, si spezza per noi e ci chiede a nostra volta di darci, di spezzarci per gli altri» (omelia di papa Francesco per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo 26 maggio 2016), ci insegna a vivere eucaristicamente offrendo noi stesse con Gesù Cristo al Padre e collaborando all’opera della redenzione. Tutto il nostro essere, pregare, lavorare diviene sacrificio di lode a Dio, preghiera di ringraziamento e di intercessione per i fratelli. Questo lo esprime molto bene papa Francesco nella costituzione apostolica Vultum Dei quaerere: «L’offerta della vostra esistenza vi innesta in modo particolare nel mistero pasquale di morte e risurrezione che si attua nell’eucaristia» (22).

L’eucaristia è anche alimento che ci rafforza, ci rinnova e ci sostiene nel nostro cammino di donazione totale a Cristo. E per questo è per noi un dono poter iniziare la giornata con la celebrazione eucaristica. La messa è il momento fondante e il più bello di tutta la nostra giornata, la «fonte e il culmine» (Lumen gentium 11) del nostro cammino di contemplative, quello verso cui siamo tutte protese e da cui tutto prende origine, quello in cui la nostra fraternità è veramente «un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32) nell’Amore donato e ricevuto dal Signore.

Anche il luogo fisico dove è custodita l’eucaristia è collocato al centro del nostro monastero, nel cuore stesso. La struttura dell’edificio è tale che quasi da ogni luogo si può volgere lo sguardo al “coro” dove è presente il Signore e scorgere quella fiammella rossa che arde e che esprime anche il nostro amore a Colui che «ogni giorno si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote» (san Francesco d’Assisi Ammonizione I; FF 144). Così noi guardiamo a Colui a cui abbiamo donato la nostra esistenza e, nell’adorazione quotidiana, cerchiamo di fare nostri i suoi sentimenti di umiltà, di obbedienza (non solo al Padre ma anche ai suoi ministri), di carità verso i fratelli. A Lui sempre offriamo le nostre gioie (di cui la prima è quella di appartenergli e di stare con Lui), le nostre fatiche e quelle di coloro che si affidano alle nostre preghiere.

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