Festa della Caritas, successo la prima edizione. Quanta creatività c’è nella carità: l'esempio delle esperienze

Festa delle Caritas. La prima edizione, che si è tenuta il 20 maggio a Ronchi di Casalserugo, ha avuto un buon esisto. E non solo per il numero dei partecipanti superiore alle previsioni

Festa della Caritas, successo la prima edizione. Quanta creatività c’è nella carità: l'esempio delle esperienze

“Fatti, non parole”. O, meglio ancora: “La realtà è superiore all’idea”. Quest’ultima espressione è una dei quattro principi alla base dell’Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica “manifesto” del pontificato di papa Francesco. Per quanto ci possano piacere le nostre idee, auspici e modelli teorici niente è più forte della realtà. E la realtà, la vita vissuta davvero, è ben più capace di replicarsi e di germinare di mille piani pastorali. Del resto, da bambini non impariamo a giocare a calcio sfogliando il manuale del regolamento, ma guardando i ragazzini più grandi con un pallone tra i piedi. La prima edizione della Festa delle Caritas della Diocesi di Padova, vissuta a Ronchi di Casalserugo sabato 20 maggio, è stata un successo non tanto per i numeri (comunque superiori alle attese, nonostante il maltempo), ma per la capacità di convertire il vissuto degli uni – Caritas diocesana, centri d’ascolto vicariali, gruppi Caritas parrocchiali e semplici volontari e operatori – in piste concrete di lavoro e di sostegno per gli altri. In un clima conviviale e di festa, accompagnati dallo scrittore Guido Marangoni, i partecipanti, dopo la preghiera, si sono subito immersi, senza troppi preamboli, nelle esperienze di Caritas vicine: Bologna, Vicenza e Belluno-Feltre. Esperienze accomunate dal superamento dell’idea di Caritas come mera erogatrice di sostegni materiali rispetto a una Caritas capace davvero di aiutare le comunità a sostenere le persone nella loro interezza, affrontando forme assai diverse di povertà. Elisabetta Cecchieri, operatrice della Caritas di Bologna, ha condiviso l’esperienza de “Il tè delle tre”, iniziata nel novembre 2015 e che mette a confronto beneficiari e persone comuni non su grandi idee, ma sulle proprie esperienze: «Fondamentale è il metodo con il quale parliamo – ha spiegato Cecchieri – ognuno parla solo di sé, a partire dalla propria esperienza e non dalle proprie idee. Le idee ci dividono, ma le esperienze invece ci fanno incontrare. Nei nostri incontri nessuno può giudicare, nemmeno se stessi, né dare consigli: siamo tutti uguali, ognuno può arricchire gli altri con la propria esperienza». Nicolò Marini, psicologo e psicoterapeuta, ha presentato il progetto di gruppi di auto-mutuo aiuto per la salute mentale “Davide e Golia” che Caritas Vicenza ha messo in piedi grazie a una rete con altre strutture territoriali. «“Aiutando l’altro aiuto anche me stesso” è il nostro slogan. Si incentiva la parte sana e ricca di risorse delle persone. Lo si fa con attività semplici, ludiche e nel tempo libero di fronte alla solitudine che aumenta il disagio». “Davide e Golia”, concentrato sugli adulti, negli ultimi anni ha acceso i riflettori anche sui giovani tra i 18 e i 35 anni, con un gruppo in un centro di aggregazione giovanile e un focus sui social network. «Quando si pensa a Caritas – ha aggiunto Marini – si pensa soprattutto ai bisogni primari, ma sappiamo bene anche quanto questi siano un mezzo di accoglienza e di non giudizio, mentre emergono bisogni di relazione, di progetti per il futuro, di realizzazione dei desideri». Francesco d’Alfonso, infine, direttore della Caritas di Belluno-Feltre, ha raccontato l’impegno nella Missione Shahbaz Bhatti Onlus verso le minoranze cristiane in Pakistan. La giornata è poi proseguita con altre esperienze, questa volta interne al territorio della Diocesi: quattordici stand con altrettanti approcci concreti a diverse forme di povertà. Nei tre turni da mezz’ora ciascuno – purtroppo all’interno data l’inclemenza del tempo atmosferico – in ogni stand i visitatori, anch’essi a loro volta operatori e volontari di Caritas parrocchiali e vicariali, si sono potuti confrontare sempre a partire dalla propria esperienza. Non è mancata una certa dose di fantasia nell’allestire gli stand: la Caritas zonale di Frapiero, nel vicariato del Conselvano, ha presentato i suoi “Open day” in cui si apre e si racconta alla comunità con una valigia carica di diversi tipi di aiuto; mentre i volontari della parrocchia di Solagna hanno presentato la mensa di solidarietà nella casa “Don Giovanni Nervo” riproducendo una tavola imbandita con tanto di assaggini. Caratteristico anche lo stand della parrocchia di Tribano, che nel presentare le manutenzioni a domicilio per persone anziane o con scarse abilità e risorse, ha riempito il suo spazio con attrezzi da giardinaggio. Tra le altre esperienze figurano l’accoglienza migranti della parrocchia di Casalserugo, la scuola di italiano per stranieri di Mestrino, il progetto di inclusione per donne straniere a Laghi di Cittadella, l’emporio della solidarietà “Don Sandro Panizzolo” di Monselice e l’emporio “Santa Tecla” nell’omonima parrocchia di Este, i disegni su strada di Galzignano, i doposcuola in rete di Sant’Osvaldo, Madonna Pellegrina e Voltabarozzo, i progetti di doposcuola e prevenzione della povertà educativa a Madonna della Salute, ma anche i pranzi di solidarietà nelle parrocchie di Padova e di Selvazzano, i progetti di reinserimento della cappellania del Due Palazzi e il gruppo dei “Cercatori di bellezza” che porta i beneficiari del centro d’ascolto diocesano della Caritas a immergersi nell’arte e nella cultura. Dopo la convivialità del pranzo e gli stand del terzo settore con cooperativa Cosep, cooperativa Gruppo R e Progetto Miriam, la giornata si è conclusa con lo spettacolo di Guido Marangoni: «La Festa delle Caritas – ha spiegato – è stata una bellissima occasione di incontro nella nostra parte più fragile, che diventa però la parte più potente di noi, come spiegava san Paolo, quando siamo in grado di condividerla». «Questa festa – ha concluso il direttore di Caritas Padova, Lorenzo Rampon – ha sottolineato il clima di vicinanza e di amicizia tra noi, ma ha anche aperto prospettive e finestre in modo che ogni Caritas si senta interpellata a immaginare la carità anche in modi diversi rispetto ai metodi convenzionali. Per questo, infatti, abbiamo chiesto ad alcune Caritas con esperienze interessanti sia per il target dei beneficiari, sia per le modalità relazionali dell’approccio, di presentare il loro lavoro».

Nelle foto

Solo alcuni dei numerosi scatti della prima Festa delle Caritas, che hanno “colorato” i social della Caritas diocesana di Padova da sabato 21 maggio in poi. In alto a sinistra, una panoramica del palazzetto di Ronchi di Casalserugo gremito dai tanti volontari che hanno... voluto esserci.

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A seguire, in senso orario, le tre “voci” che sono intervenute: Elisabetta Ceccheri (Caritas di Bologna), Nicolò Marini (Caritas di Vicenza) e Francesco d’Alonso (Caritas di Belluno Feltre); Daniela Crivellaro di Caritas Padova con Guido Marangoni, che ha accompagnato la festa. Le altre tre foto “raccontano” degli stand – 14 in tutto – in cui sono state raccontati approcci concreti, nel territorio diocesano, a diverse forme di povertà.

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