Festa delle comunità etniche cattoliche. Domenica 26 marzo si celebrano insieme le differenze

Festa delle comunità etniche cattoliche. Appuntamento questa domenica in Cattedrale per la messa presieduta dal vescovo Claudio. Don Gnesotto: «Il desiderio è che questo diventi un appuntamento vissuto dalle comunità etniche cattoliche con quelle italiane presenti in centro storico»

Festa delle comunità etniche cattoliche. Domenica 26 marzo si celebrano insieme le differenze

«Le undici comunità etniche cattoliche presenti in Diocesi di Padova sono contente di incontrare il vescovo Claudio, lo sentono veramente come loro padre, come un dono – afferma don Gianromano Gnesotto, direttore di Migrantes (l’ufficio diocesano della Pastorale dei migranti) a proposito dell’eucaristia che viene celebrata domenica 26 marzo alle 16 in Cattedrale – Per lui quest’appuntamento è sentito perché vive una paternità spirituale verso questi figli venuti da lontano». L’occasione dell’incontro è la “Festa delle comunità etniche cattoliche”, giunta alla sua seconda edizione, organizzata da Migrantes, realtà che si occupa di seguire pastoralmente – nell’annuncio, nelle celebrazioni, nella vita comunitaria – le persone che fanno parte di queste realtà, coadiuvata dagli undici sacerdoti di riferimento. «L’abbiamo
chiamata in questo modo intendendo non soltanto le comunità straniere presenti nel territorio diocesano – aggiunge don Gnesotto – ma di per sé anche quelle italiane: il nostro desiderio è che questo diventi un appuntamento in cui si radunano, in maniera gioiosa come dovrebbe essere la liturgia eucaristica, comunità cattoliche multietniche assieme
a quelle italiane presenti nelle zone limitrofe alla Cattedrale». L’appuntamento del 26 mette in luce una Chiesa che si apre ed è accogliente nei confronti di tutti, da qualunque parte giungano, per celebrare insieme la «festa dell’incontro» e quella che viene chiamata la «convivialità delle differenze». Ciò mostra che, popolazioni diverse per provenienza, cultura, tradizioni e modi diversi di celebrare l’eucarestia, si ritrovano attorno alla mensa del Signore mostrando una Chiesa che in quanto universale presenta una varietà ricchissima di espressioni e di manifestazioni della fede. «È una messa dove si dà visibilità a queste differenze che arricchiscono la celebrazione: già nel momento dell’ingresso in chiesa in processione con il vescovo Claudio, sono presenti fedeli che indossano vestiti tipici della loro terra d’origine (come ad esempio i gruppi africani, anglofoni e francofoni, con abiti sgargianti). Nel momento offertoriale vengono portati all’altare doni simbolici che richiamano la pace e l’unità; i canti sono animati in diverse lingue così avviene per la proclamazione della Parola di Dio. Un momento suggestivo è la preghiera del Padre nostro, che viene recitato contemporaneamente nella propria lingua, in forma corale. Questo per noi è un segno di quello Spirito che è differente nelle sue manifestazioni ma che esprime un unico messaggio». In questo periodo le undici comunità, di cui fa parte quella ucraina, sono impegnate nell’aiuto concreto e spirituale a questi fratelli: molteplici sono stati in questi mesi i gesti di solidarietà e non sono mancati i momenti di preghiera. «È un bell’esempio di attenzione e vicinanza», conclude don Gnesotto.

I prossimi appuntamenti tra maggio e giugno

I prossimi appuntamenti con i cristiani della comunità etniche cattoliche sono il 14 maggio, quando ci sarà un pellegrinaggio mariano in un santuario della Diocesi. A giugno è prevista la consueta tredicina di sant’Antonio, un’iniziativa in preparazione alla festa del patrono. Quest’anno la Festa delle genti, che normalmente si vive a Pentecoste verrà inserita nella tredicina di giugno, per la concomitanza con il sinodo diocesano.

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