Festa quinquennale di Foza. "Ci affidiamo alla Madonna per uscire dalla pandemia"

Affonda le sue radici nel lontano 1836 ed è legata all’epidemia di colera che aveva colpito il Veneto e altre zone d’Italia. I fodati, anche quelli che vivono all’estero, chiedono protezione alla Vergine

Festa quinquennale di Foza. "Ci affidiamo alla Madonna per uscire dalla pandemia"

C’è una festa a Foza, sull’Altopiano di Asiago, che affonda le sue radici nel lontano 1836, quando in Veneto e in altre zone d’Italia infieriva il colera. È la cosiddetta festa quinquennale, chiamata anche “della Madonna del voto” perché in quell’anno i fodati, gli abitanti di Foza, si rivolsero alla Vergine per chiederne protezione e, raccontano le cronache, la piccola comunità fu risparmiata dalla tragedia tanto che non ci furono più morti per colera. In segno di riconoscenza, la comunità promise di festeggiare la Madonna, portando ogni cinque anni l’antica immagine dalla chiesa parrocchiale fino alla chiesetta di San Francesco. I documenti attestano che la prima processione avvenne l’anno successivo, al termine dell’epidemia, il 10 settembre 1837.

«Quest’anno tornano le feste quinquennali – racconta don Federico Zago, parroco dell’unità pastorale di Gallio, Foza, Sasso e Stoccareddo – ma visto che non si possono fare processioni, rinnoviamo i voti, onoriamo la Madonna con la promessa di portarla in processione il primo 15 agosto successivo al termine della pandemia, come avvenne nell’800. Domenica 8 accogliamo la statua, ancora in fase di restauro, e che può essere ammirata con il suo volto originario, quello di metà ‘400».

Nelle feste quinquennali degli anni passati la statua girava per ogni contrada per un mese, quest’anno invece saranno le contrade a recarsi in chiesa, a gruppi, per la recita del rosario. È una festa molto sentita sull’Altopiano, non solo nel suo momento più alto, quello della processione, ma anche nei giorni precedenti di preparazione spirituale. Quando poi la statua esce in processione la commozione è molto forte perché richiama il ricordo di genitori, nonni, parenti e amici che non ci sono più. Nel 2016 ben cinquemila persone, provenienti anche dall’estero, hanno partecipato alla processione.

«Proprio per la sentita partecipazione anche dall’estero – continua il parroco – abbiamo scelto di celebrare la messa il 15 agosto alle ore 12, un orario che può andare bene anche ai tanti fodati sparsi in tutto il mondo – in Brasile, Mozambico, Stati Uniti, per citarne solo alcuni – che potranno collegarsi via internet con Foza. Sono Paesi che stanno soffrendo molto per la pandemia e in rispetto al dolore di tutti il senso di questa festa non è legato al folclore o alla scaramanzia, ma è la fede che ci porta a celebrarla. Andiamo oltre la tradizione e cerchiamo di viverla da cristiani: la vita entra dentro il rito. Se fosse il contrario, invece il rito perderebbe efficacia. Vogliamo onorare questo momento in base a quello che stiamo vivendo oggi. Il senso è proprio mettersi sotto la protezione della Madonna e per sua intercessione sperare di uscire presto da questa pandemia, anche con una fede più radicata e forte».

La messa del 15 può essere seguita via web

Per la solennità di Santa Maria Assunta in cielo, patrona di Foza – la 37a festa quinquennale – domenica 8 agosto la statua della Madonna parte dai confini del paese, tra Gallio e Foza, per giungere alla chiesa parrocchiale alle ore 20. I recenti restauri hanno confermato la datazione della statua, intorno alla seconda metà del 1400, in linea con la cronistoria che parla anche di alcuni miracoli a essa legati. Prima di entrare in chiesa, la statua viene posizionata davanti all’ingresso, sulla scalinata, per la recita del rosario, poi durante la settimana ci si può recare in chiesa per venerarla e ogni sera alle 20.30 le diverse contrade animano il rosario.

Domenica 15 celebrazione della messa alle ore 12 in collegamento web (dal sito www.foza7comuni. it) con tutti i fodati nel mondo; al termine voto alla patrona chiedendo protezione per le famiglie e il mondo e implorando la fine della pandemia. Poi la statua ritorna nel laboratorio per gli ultimi restauri e il confezionamento dell’abito.

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