Fisp. Focus sul valore dei territori. Riparte la formazione sociale e politica

Riparte il percorso della Fisp, la scuola di Formazione all’impegno sociale e politico promossa dall’Ufficio per la Pastorale sociale della Diocesi. Come gli anni scorsi due sono i percorsi previsti: una annualità di base, che prende avvio il 12 ottobre e termina in aprile e il percorso plus, per chi ha già frequentato la scuola o ricopre ruoli di responsabilità in ambito civico o politico. Il tema conduttore è il valore dei territori, declinato in ambito regionale per l'annualità e nel contesto europeo per l'altro percorso, in continuità con l'anno scorso. 

Fisp. Focus sul valore dei territori. Riparte la formazione sociale e politica

È dedicato al valore dei territori il percorso che la Fisp, la scuola di Formazione all’impegno sociale e politico promossa dall’ufficio di Pastorale sociale della Diocesi, propone per il 2019-20. Un tema che si estende dal micro al macro: il territorio è il luogo in cui abitiamo, il nostro quartiere, fino ad arrivare a una visione più ampia, come quella europea. 

Già da alcuni anni l’offerta formativa propone una annualità di base e un percorso plus, un approfondimento per chi ha già frequentato la scuola o per chi ricopre ruoli di responsabilità in ambito civico o politico.

Luoghi dove abitare” è il filo conduttore per la proposta base: partendo dalla responsabilità che ciascuno di noi deve mettere in atto per prendersi cura, coltivare e custodire il proprio territorio si passa all’appartenenza a una terra e a un popolo, affrontando il tema della radici di un’identità che sia però aperta al futuro, a una prospettiva che allarga i confini fino all’Europa.

Questa è la prima parte del percorso, che prende avvio il 12 ottobre e, con cadenza quindicinale, termina l’11 gennaio.

«La parte teorica – specifica Luigi Gui, direttore della Fisp – fornisce le chiavi di lettura e introduce a quella più applicativa, cioè gli strumenti per la cura del territorio e dei suoi abitanti a partire dalla Laudato si’. La fase laboratoriale prevede più uscite sul campo per coordinare il pensiero dell’incontro teorico con la concretezza nel territorio: riflettere, conoscere e immergersi, toccare con mano, applicare concretamente gli strumenti offerti. Non modelli assoluti e unici, ma esempi di ciò che accade nella realtà, come il quartiere Mortise, luogo di una progettazione urbana che ha destato diverse preoccupazioni: che esiti ha prodotto? Quale uso del suolo è stato fatto?». Poi il tema dei conflitti: come si gestiscono, come superarli e costruire intese. Infine Casa santa Chiara, delle suore francescane elisabettine, sarà il contesto della cura dei più deboli, come promuovere e garantire la salute del territorio.

«Vorrei che i cristiani – sottolinea suor Francesca Fiorese, direttrice dell’ufficio diocesano – sentissero forte la responsabilità di impegnarsi per il bene delle comunità e per questo scegliessero di prepararsi seriamente. Vorrei che i nostri presbiteri sentissero il dovere di sostenere le vocazioni all’impegno sociale e politico e, dove necessario, se ne facessero cercatori e invianti. Ai parroci più lontani dalla città abbiamo proposto un percorso specifico, da costruire insieme, sulla gestione delle aree marginali».

Il 16 novembre la consegna dei diplomi è occasione per riflettere con Francesco Occhetta sul populismo.

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