Formazione permanente del clero. “Uomini dello Spirito” crescono

Ai primi di ottobre riparte un itinerario, voluto dal vescovo Claudio, che al momento coinvolge 16 presbiteri. Obiettivo: irrobustire la propria spiritualità e la capacità di accompagnamento individuale e comunitario

Formazione permanente del clero. “Uomini dello Spirito” crescono

«Quali processi possiamo innescare per aiutare i preti a diventare di più “uomini dello Spirito”»? Questa domanda è stata rivolta dal vescovo Claudio, alcuni mesi fa, a un gruppo di presbiteri della nostra Diocesi. Un gruppo coinvolto in un itinerario biennale di formazione al discernimento spirituale promosso dall’Istituto San Luca. «È stato pensato, su sollecitazione del vescovo, nella primavera del 2018 – spiega don Giovanni Molon, che lo accompagna insieme a don Federico Giacomin, con il contributo di altri presbiteri diocesani e professori della Facoltà teologica – L’anno seguente, poi, ha mosso i primi passi. La proposta si rivolge a gruppi di 8-10 presbiteri, con circa dieci anni di esperienza pastorale, e intende essere un’occasione per approfondire la propria spiritualità e irrobustire la capacità di accompagnamento individuale e comunitario, attraverso una sorta di tirocinio fatto di studio personale, lavori di gruppo, condivisione della propria esperienza, laboratori. Tra le tante forme di spiritualità ispirate a santi o a specifiche tradizioni religiose (senz’altro da conoscere e stimare), crediamo importante affermare, ma soprattutto comprendere appieno e vivere intensamente, la nostra spiritualità diocesana».

All’inizio di ottobre i due gruppi di presbiteri coinvolti finora – otto al primo anno e altrettanti al secondo – riprendono la formazione: venti incontri fino a giugno, la maggior parte in presenza e alcuni on line, e un’ora di studio personale al giorno. «Una spiritualità dei presbiteri di spessore e competente nell’accompagnamento – sottolinea don Molon – si dimostra sempre di più un’esigenza del nostro tempo e di quello che ci sta davanti. Nello strumento La parrocchia, ad esempio, tra le prime caratteristiche del presbitero che si sono evidenziate vi è proprio la capacità di accompagnare i cristiani “nell’attuare il discernimento vocazionale, perché ogni persona possa rispondere alla domanda: cosa mi chiede il Signore? Cosa posso donare e offrire agli altri?”. E anche i giovani del Sinodo hanno sottolineato l’urgenza di trovare delle figure adulte di riferimento capaci di accompagnare personalmente».

Ma, allora, quali processi innescare per aiutare i preti a diventare di più “uomini dello Spirito”? «Un cammino serio e costante di spiritualità e di studio ci aiuterà a dare spessore al nostro essere preti nelle comunità e capaci di accompagnarle – risponde don Sergio Turato, uno dei partecipanti “della prima ora”– Solo allora la gente comincerà a vederci come “uomini spirituali” e non come organizzatori. Solo allora saremo in grado di far crescere le nostre comunità a diventare “luoghi dello spirito”». E ancora: «Non credo siano più efficaci incontri rivolti a grandi assemblee, ma sia necessaria la formazione di piccoli gruppi, anche con percorsi differenziati, in cui ognuno possa sentirsi libero di condividere e ci sia l’occasione per mettere a frutto i propri carismi» (don Stefano Margola).

Queste sono solo due delle risposte “raccolte” dal vescovo Claudio. La riflessione continua. Anzi, la formazione continua!

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