Giornata mondiale del malato. Misericordiosi come il Padre

Giornata mondiale del malato. Voluta da san Giovanni Paolo II, trent’anni fa, nell’edizione 2022 ha come riferimento un versetto del Vangelo di Luca

Giornata mondiale del malato. Misericordiosi come il Padre

Giunge alla 30a edizione quest’anno la Giornata mondiale del malato voluta da san Giovanni Paolo II come «occasione per crescere nell’atteggiamento di ascolto, di riflessione e di impegno fattivo di fronte al grande mistero del dolore e della malattia» e che ricorre l’11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Il tema scelto da papa Francesco è un versetto del Vangelo di Luca: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.

Quando ho letto il messaggio di questa 30a giornata – racconta Giliola Secco, presidente della sottosezione di Padova dell’Unitalsi – ho pensato che è proprio calzante per noi che accompagniamo il malato nell’aspetto fisico ma soprattutto sotto l’aspetto spirituale, della carità, della vicinanza e prossimità, del mettersi in ascolto, di ricoprire quel ruolo più dolce che è proprio di una mamma. Mi piace molto il riferimento alla forza del padre e alla tenerezza della madre. Nella forza vedo l’aspetto medico, quello sanitario, che identifica la patologia e ti dice “dai, curiamola”, però anche la tenerezza di chi sta accanto è fondamentale perché rende la persona non un numero, ma un essere umano nella sua unicità. Quanto bene ci fa quando qualcuno ci ascolta!». Il carisma dei volontari dell’Unitalsi è la vicinanza, il porsi accanto al malato. Il momento per eccellenza che esprime questo atteggiamento è il viaggio in treno verso Lourdes che questi due anni di pandemia ha messo a dura prova. Lì, volontari e malati si siedono uno accanto all’altro, ci si mette in ascolto e ci si dedica alla persona che può raccontarsi, scaricare la tensione, la paura, la preoccupazione, la fragilità che sperimenta nella malattia. «Una mano che stringe l’altra mano è già segno di forza – continua la presidente – Noi viviamo oggi una grande fatica. L’atteggiamento misericordioso espresso dalle parole del Vangelo è anche in queste piccole cose, nei piccoli momenti. In questi vent’anni di esperienza come volontaria sono partita pensando di fare chissà che cosa ma quello che conta è esserci, il fare viene da sé e tante volte non occorre nemmeno “fare”, è importante essere presenti nel momento in cui la persona ti guarda e ti chiede aiuto non tanto nello spingere la carrozzina quanto nello stringere la mano, nel dire io sono con te, non sei da solo».

Essere volontari è anche un esercizio a interrogarsi sul come porsi affinché la persona possa soffrire di meno. «Tanti dei nostri ammalati – conclude Giliola Secco – chiedono forza nell’affrontare la malattia, forza per vivere i momenti di solitudine, di dolore, fragilità. Non chiedono il miracolo, ma la forza. Allora noi volontari cerchiamo, umanamente, di essere quella forza che loro invocano e dobbiamo metterci nella disponibilità dell’ascoltare e di essere tempio che ascolta, che diventa segreto, tenerezza, dolcezza. Mi identifico bene nel ministero della consolazione di cui parla il papa perché il fatto di sentire una mano che stringe l’altra, nel silenzio, con il cuore, rappresenta proprio questo aspetto, nella tenerezza e semplicità».

Celebrazione diocesana venerdì 11 al Carmine
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La celebrazione diocesana in occasione della Giornata Mondiale del malato sarà venerdì 11 alle 15.30 in basilica del Carmine, presieduta dal vescovo Claudio. Il 10 febbraio, dalle 15 alle 17.30, il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale organizza un webinar dal titolo “Giornata mondiale del malato: significato, obiettivi e sfide”, in diretta sul canale Youtube.

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