Gli occhi dietro la mascherina. Sono stati bravi, i più piccoli, a vivere questa drammatica contingenza

Venerdì 12 marzo era già nell’aria il nuovo temutissimo lockdown di primavera. I ragazzi di 5a A avevano scritto a caratteri cubitali i loro nomi sull’asfalto del giardino, quasi a voler lasciare un’impronta di sé, prima di ricominciare la Dad.

Gli occhi dietro la mascherina. Sono stati bravi, i più piccoli, a vivere questa drammatica contingenza

Al cancello di uscita i genitori vedevano avvicinarsi i loro pargoli, con zaini-mattoni e pile di libri in mano. A vederli e sentirli sembravano sereni e pieni di vita questi bambini ma poi... guardando gli occhi dietro la mascherina non era difficile accorgersi che forse non era proprio così.

A pensarci bene, quanto sono stati bravi questi piccoli a vivere questa drammatica contingenza! Li trovavi alla cattedra tutti intenti a igienizzare colori, rispettando le distanze, contenendo l’euforia e la voglia di abbracciare la maestra e i compagni. I bambini sanno e ne sono convinti che il Coronavirus se ne andrà prima o poi e, nel loro non avere sempre chiara la percezione del tempo, riescono a superare queste limitazioni con naturalezza e spontaneità.

Questo nel complesso. Poi c’è chi ti confida in segreto che è meglio non dire alla maestra di sentirsi male perché si va nell’aula Covid e si deve fare il tampone... o qualche ragazzo più grande che ti chiede di abbassare un attimo la mascherina perché non respira, perché non la sopporta più.

Bisogna stare attenti ai segnali di paura e insofferenza perché possono nascondere disagi più profondi, di cui forse pagheremo presto un conto salato. C’è da riflettere su cosa è stato fatto a scuola per poter vivere e far vivere al meglio questa situazione: l’impressione è che siamo stati capaci di seguire le regole ma che purtroppo non è cambiata l’idea di scuola come luogo in cui bisogna imparare ad arrangiarsi, a inventarsi, a coprire errori e manchevolezze di un sistema che le riserva l’ultimo posto, tanto ci sarà sempre chi, conoscendola da dentro, saprà cavarsela per amore dei bambini, per amore di quegli occhi incantati che ti guardano dietro la mascherina.

Simona Sau

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