Grestyle. Volontà di crescere e condividere: le storie dei giovani che si sono formati

«È stata un’esperienza fuori dal comune». Esordisce così Daniele Facco, di Santa Giustina in Colle, ancora carico dell’entusiasmo che lo ha accompagnato nei giorni del Grestyle.

All Grestyle di Cittadella, Daniele era un educatore.

«È interessante notare come il gruppo, appena formato, si amalgami subito. C’erano ragazzi che provenivano da paesi della diocesi che non sapevamo nemmeno esistessero, ma ci siamo sentiti tutti immediatamente uniti nella stessa volontà di crescere e di condividere le nostre esperienze».

Daniele ha portato con sé alcuni ragazzi. Tra questi, Matteo Bonaldo, un quindicenne di Campo San Martino.

«Credo che quella del Grestyle sia una grande occasione per i giovani che desiderano diventare animatori. Gli stessi metodi coi quali abbiamo imparato a trattare i bambini sono stati usati dagli organizzatori per trattare con noi».

«Inoltre, è bello vedere un ventenne che anziché chiudersi nella solitudine del proprio cellulare si interessa ai più giovani e che ha il desiderio di ascoltarlo. Può darci gli stessi consigli che ci darebbe un adulto, ma se pronunciato da un giovane, lo stesso consiglio ha un peso diverso per noi, perché ci sentiamo compresi meglio, essendo quasi coetanei».

Il prossimo anno, Matteo conta di ripetere questa esperienza.

Come ha fatto Irene Carota, una diciottenne di Camposampiero, che non ama esporsi in pubblico, ma all’interno del gruppo del Grestyle si è sentita accolta ed è stata felice di imparare, a sua volta, quale sia il modo migliore per relazionarsi con gli altri.

Un consiglio? «Iscrivetevi, partecipate, soprattutto se avete un carattere chiuso, perché queste esperienze aiutano ad aprirsi».