I linguaggi della catechesi. Bibliodramma, approccio “relazionale” alla Parola di Dio

Favorisce uno “spazio immaginativo” ampio e personale, che aiuta la persona a percepire un luogo interiore in cui Spirito e Parola possono agire in maniera unica e libera

I linguaggi della catechesi. Bibliodramma, approccio “relazionale” alla Parola di Dio

Si sa che la fonte primaria nella catechesi è la Parola di Dio. Essa ispira, nutre e orienta tutta la catechesi. È dunque fondamentale per ogni catechista conoscere la Parola di Dio, leggerla, approfondirla e viverla dentro alla propria vita.

Sono molte le modalità di approccio alla Parola: diverso è infatti accostarsi per un approfondimento esegetico-storico-critico, oppure per una lettura spirituale finalizzata a una concretizzazione nella vita quotidiana. Tradizionalmente, viene abbastanza curato l’aspetto dell’ascolto attraverso un’attenta lettura e comprensione del testo biblico e del messaggio a esso sottostante. Talvolta un piccolo spazio viene riservato anche alla riflessione personale, condivisa o meno, successivamente, in gruppo. Solitamente, all’inizio e al termine dell’incontro, si propone un momento di preghiera, talvolta un poco ridondante rispetto alla Parola ascoltata.

Ma c’è un altro approccio, quello del bibliodramma. La metodologia del bibliodramma – pur condividendo gli obiettivi di altre modalità di approccio alla Parola – ne aggiunge di ulteriori. In particolare il bibliodramma dà molto valore alle relazioni. Dio è essenzialmente “relazione autentica” e questa metodologia vuole esserne testimonianza sperimentabile; essa si caratterizza perciò per il porre un’attenzione particolare a tutte le relazioni, a partire dall’autenticità e accoglienza del facilitatore (conduttore dell’incontro) rispetto ai singoli membri del gruppo, fino alla cura delle relazioni al suo interno.

Fondamentale è il riconoscimento della presenza dello Spirito Santo in ciascuno e all’interno del gruppo, nel “qui e ora” delle sue relazioni: è a partire dalla presa di coscienza di se stesso, delle relazioni con gli altri e dello stesso Spirito presente, che il partecipante ha la possibilità di incontrare la Parola con “la sete” dei propri bisogni spirituali e desideri più autentici e profondi. Per raggiungere questo obiettivo, la Parola viene comunicata con modalità che possono favorire un vero e proprio incontro con la globalità della persona, mettendo in gioco non solo l’ascolto, ma anche l’immaginazione e le emozioni di ciascuno. Anche il potersi mettere nei panni dei personaggi del brano, così che con i propri sensi si possa rivivere, il più concretamente possibile, ciò che in quella narrazione esperienziale è avvenuto, percependolo attuale per ciascuno, è uno strumento che rende possibile questa esperienza globale.

L’approccio alla Parola del bibliodramma, senza trascurare l’offerta di alcune coordinate per una rispettosa e attenta comprensione dei significati del testo, mira a favorire uno spazio di approfondimento personale del messaggio e a far vivere un’esperienza di “relazione autentica”.

Ulteriore arricchimento deriva dalla condivisione di gruppo, in particolare nel momento in cui ciò che la Parola ha suscitato in ognuno viene condiviso nella preghiera davanti al Signore. Ciò che questo approccio favorisce è uno “spazio immaginativo” ampio e personale, che aiuta il singolo a percepire un luogo interiore in cui lo Spirito e la Parola possano agire in maniera unica e libera. Questo differenzia tale approccio da altri più predefiniti e maggiormente induttivi, nei quali il conduttore assume un ruolo più direttivo. (G. B.)

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