Il Centro di ascolto diocesano Caritas ha accompagnato i suoi utenti al Santo e a Palazzo della Ragione. Il nutrimento di relazioni e bellezza

Il Centro di ascolto diocesano ha organizzato due visite – al Santo e al Palazzo della Ragione – per persone che vivono in situazione di disagio. Due esperienze più che positive che i partecipanti chiedono di replicare

Il Centro di ascolto diocesano Caritas ha accompagnato i suoi utenti al Santo e a Palazzo della Ragione. Il nutrimento di relazioni e bellezza

Non di solo pane vive l’uomo, ma anche di bellezza, di socialità, di sorrisi. Chissà quante volte quelli che la società considera gli “ultimi” saranno passati davanti ai luoghi dell’arte e della cultura che deliziano i nostri territori. Chissà che occhiate, chissà che pensieri. Chissà se una persona senza dimora che abita le nostre strade sente il desiderio di conoscere di più la sua città, la sua storia e quello che rappresenta. Ecco perché è stata così importante – e rivoluzionaria – l’intuizione delle volontarie del Centro di ascolto Caritas diocesano, di accompagnare alcune persone da loro seguire e che vivono situazioni di disagio e di grave marginalità – senza dimora o persone inserite di strutture di accompagnamento sociale – nella visita ad alcuni dei luoghi più significativi di Padova. Per ora sono stati organizzati due appuntamenti – il 12 maggio alla basilica del Santo e il 9 giugno tra gli affreschi del Palazzo della Ragione – seguiti poi da un momento di convivialità. I ritorni per ora vanno ben oltre la semplice ammirazione artistica, ma smuovono qualcosa di più intimo e profondo. «L’idea – racconta Stella Fante – è venuta in mente l’anno scorso quando una signora di Pescara ha donato alla Caritas quattro biglietti per visitare la mostra su Van Gogh. Abbiamo sondato le disponibilità e oltre a due volontarie è venuta con noi una signora sostenuta dalla Caritas». Una primissima esperienza pilota di condivisione del bello che ha aperto ulteriori prospettive: «Siamo stati al Santo, accompagnati da un frate che ci ha fatto da guida. Erano tutti già stati in basilica, ma tra le spiegazioni e il tempo dedicato ci hanno detto che per la prima volta si sono sentite persone normali, come dei turisti coccolati». L’aperitivo seguente non ha fatto altro che rinforzare questo clima di conviviale gratuità: «Erano contentissimi. Questo ci dimostra che non si vive solo di necessità primarie, di cibo e di un posto letto, ma anche di relazioni, di dignità, di chiacchiere, tanto che ci hanno suggerito molti spunti per il futuro».

«Sarò sincera: da parte di Caritas c’era un po’ di scetticismo per quanto riguarda l’adesione delle persone a proposte di questo tipo – ammette Elisabetta Vergani del Centro di ascolto diocesano Caritas – però abbiamo deciso di sperimentare lo stesso organizzando queste due uscite. Sono state esperienze straordinarie sia per me, per le mie colleghe e per le volontarie, sia per gli utenti, che nei giorni seguenti sono venuti a ringraziarci per le iniziative». Occasioni come queste si sono rivelate preziose per stare insieme alle persone in stato di bisogno in un contesto radicalmente diverso rispetto a quello del Centro d’Ascolto: «Passeggiando e stando insieme – aggiunge Vergani – ci hanno raccontato cose di sé e della loro vita che mai erano emerse, e forse non sarebbero mai potute emergere, nei colloqui al Centro d’ascolto. Abbiamo capito che stare insieme fuori dagli spazi definiti apre a maggiori livelli di confidenza e di volontà di condivisione, scalfendo le resistenze più ostinate e mettendo tutti a proprio agio». Ma anche alcune ore nelle quali poter dismettere “l’abito del povero”: «Si sono sentiti finalmente delle persone – conferma Elisabetta Vergani come Stella Fante prima di lei – In tutti i contesti della loro vita sono gli ultimi, le relazioni con
loro sono quelle di pietà, se non di disprezzo e di rifiuto. Sentirsi invece portatori di quella dignità, anche semplicemente vedendo un affresco, ha permesso loro di vedersi in altri termini». L’entusiasmo ha già portato alcuni dei i partecipanti alle prime due visite a fare delle proposte: dall’Orto Botanico agli affreschi di Santa Tecla ad Este. Quello che è certo, però, è che si continuerà per questa strada: «Per settembre – conclude Fante – proveremo a organizzare una gita fuori porta a Praglia».

Per i giovani

Caritas italiana propone ai giovani dai 19 ai 30 “Mi sta a cuore”, un’esperienza di servizio di un’anno a Roma (dal 1° ottobre 2022). Si sperimenterà la vita comunitaria in un’ala indipendente dell’istituto delle Suore Figlie della Carità (via Francesco Albergotti, 75) e si farà servizio presso gli uffici di Caritas italiana, in via Aurelia 796, e con gli “ultimi”
– e non solo – presso diversi luoghi della città. Vitto e alloggio sono a carico del progetto e, in aggiunta, ai partecipanti
sarà riconosciuto un rimborso spese mensile. Per essere tra gli otto giovani che verranno selezionati a partecipare, va complitato il form sul sito caritas.diocesipadova.it entro il 31 luglio. Per informazioni: mistaacuore@caritas.it

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