Il santuario di Santa Maria delle Grazie di Piove di Sacco. Sei secoli di devozione alla Vergine

Tra i centri di preghiera più visitati nel territorio della diocesi di Padova: il Santuario di Santa Maria delle Grazie di Piove di Sacco deve la sua origine a un evento miracoloso del Quattrocento. Contraddistinto da secoli di presenza francescana, il Santuario ha accompagnato con la sua presenza anche tutta la storia del Novecento. Qui, martedì 14 maggio, si è svolto, il secondo dei fioretti con i giovani in ricerca di Casa Sant'Andrea.

Il santuario di Santa Maria delle Grazie di Piove di Sacco. Sei secoli di devozione alla Vergine

Secondo la tradizione, l’origine del santuario della Madonna delle Grazie di Piove di Sacco sarebbe da ricondurre a un evento miracoloso tramandato dalla popolazione locale e riportato negli scritti di diversi, illustri personaggi quali il beato Francesco Gonzaga e lo storico Alessandro Morosini.

Protagonisti dell’episodio, raffigurato in una tela cinquecentesca di autore ignoto esposta all’interno del santuario, furono i due fratelli Sanguinazzi i quali, dopo la morte dei genitori, procedettero alla spartizione dei beni di famiglia trovando un accordo per tutti, fuorché per un dipinto che aveva come soggetto la Madonna col Bambino.

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Tale era il desiderio di ciascuno di tenere con sé l’immagine, alla quale erano entrambi affezionati, che dopo un aspro scambio di offese stabilirono di dirimere la questione sfidandosi a duello. Ma pochi istanti prima che lo scontro avesse inizio, un bambino di un anno, che era presente alla scena in braccio alla madre, con grande meraviglia dei presenti si mise a parlare ed esclamò: «Fermatevi, che ve lo comanda Maria Vergine nostra signora, et portate questa immagine di Maria Vergine a quella chiesetta appresso di questa terra, ove sono li frati di san Francesco, perché questa è intentione di Maria Vergine, che niuno di voi due fratelli posseda questa sacra immagine, ma che sii collocata in quel luogo, acciò sii perpetuamente adorata».

I Sanguinazzi fecero quanto era stato chiesto loro e portarono il dipinto in una cappella situata appena fuori dal castello di Piove. Tale fu il numero dei fedeli che accorsero a venerare la sacra immagine, alla quale furono attribuiti numerosi altri miracoli, che si rese presto necessario costruire una vera e propria chiesa. Nel 1484 grazie alle offerte dei fedeli furono dunque eretti, su un terreno donato dagli stessi fratelli Sanguinazzi, un convento per i frati minori e una chiesa, che venne appunto dedicata alla Madonna.

L'arte

La chiesa di Santa Maria delle Grazie fu edificata in stile romanico secondo il tipico gusto francescano del Quattrocento. Nei secoli seguenti, tuttavia, il santuario subì numerosi rimaneggiamenti che da un lato lo arricchirono e ne aumentarono il fasto, dall’altro lato ne snaturarono inevitabilmente la primitiva purezza delle linee. L’aspetto attuale del complesso è frutto della ristrutturazione del 1956-70, eseguita su iniziativa del rettore del santuario don Antonio Zampieron con l’obiettivo di ripristinare, anche a prezzo di gravose rinunce, la sua fisionomia originaria. Nell’ambito di tale intervento si provvide innanzitutto ad abbassare di circa mezzo metro il pavimento di cotto toscano della chiesa, accorgimento che ha consentito di riportare alla luce la base delle colonne che separano le due navate, valorizzandone lo slancio verticale. Grazie all’individuazione delle fondamenta sottostanti fu inoltre possibile ricostruire l’abside romanica di forma pentagonale. Si procedette alla demolizione di una cappella della navata minore in stile gotico-liberty, alla rimozione del pulpito e di tre altari, alla riapertura delle antiche finestre del lato meridionale e al restauro delle tele secentesche, di autore ignoto ma di pregevole fattura, appese nella navata maggiore. Presbiterio e altare maggiore ricevettero invece un nuovo assetto in conformità con le disposizioni liturgiche del concilio Vaticano II. Infine, furono ricostruiti i tre lati del chiostro del convento abbattuti nel Settecento.

La devozione oggi

La ricorrenza festeggiata con più solennità nel santuario della Madonna delle Grazie di Piove è la Festa del voto del 6 maggio. Il rito si ripete ininterrottamente dal 1631, anno passato alla storia per l’epidemia di peste che flagellò con particolare virulenza il Veneto e la Lombardia e risparmiò invece almeno parzialmente quest’area del Padovano.

Molti altri sono stati i prodigi attribuiti all’intercessione della Vergine dai fedeli accorsi al santuario per chiedere aiuto, protezione e conforto. Anche durante il secondo conflitto mondiale i Piovesi si affidarono alla benevolenza mariana per chiedere la salvezza dei loro cari al fronte. Proprio in adempimento a un voto emesso il 16 maggio 1943, il 1° giugno 1947 il vescovo Carlo Agostini incoronò solennemente l’immagine della Madonna col Bambino, ponendo sopra la tavola belliniana un prezioso diadema realizzato fondendo i tanti gioielli donati dai fedeli riconoscenti.

In epoca più recente, si ricorda la grande folla intervenuta alla processione che il 6 maggio 1985 concluse, in concomitanza con l’anniversario del voto, i festeggiamenti per il quinto centenario della fondazione del santuario. Al solenne corteo, presieduto dal patriarca di Venezia, cardinale Marco Cè, presero parte numerosi sacerdoti, religiosi e missionari originari della Saccisica, nonché i rappresentanti dei santuari mariani della diocesi. Un ulteriore motivo di gioia fu, quel giorno, il ritorno al santuario della venerata immagine della Madonna col Bambino, recata personalmente dal patriarca, al termine del delicato restauro cui la tavola dovette essere sottoposta per rimediare ai danni provocati da un maldestro tentativo di furto. A conclusione di un precedente intervento, eseguito tra il 1942 e il 1943 presso l’ufficio centrale del restauro di Roma, i 130 fedeli piovesi giunti nella capitale per ricondurre il dipinto al santuario presentarono la sacra immagine a papa Pio XII, che si raccolse in preghiera davanti ad essa e la benedisse. Di fronte alla miracolosa effigie sostarono in meditazione anche due futuri pontefici. Tra il 1851 e il 1853 soggiornò nella stagione autunnale a Piove di Sacco, ospite di un compagno di studi, il giovane chierico Giuseppe Sarto, il futuro san Pio X, che alla Madonna delle Grazie chiese il dono di un sacerdozio santo e ricco di bene. Agli inizi del Novecento ebbe occasione di visitare il santuario, mentre accompagnava dal fratello malato il vescovo di Bergamo Giacomo Radini Tedeschi, di cui era segretario, Angelo Roncalli, l’indimenticato “papa buono” Giovanni XXIII.

(Tratto dallo speciale numero 1 di "Sulle vie della Grazia", in allegato alla Difesa del Popolo del 14 novembre 2010)

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