La Luce che non conosce tramonto. Il decreto del vescovo Claudio per la Settimana Santa nell'emergenza Coronavirus

«Dove vuoi che prepariamo la Pasqua?» è il titolo del fascicolo predisposto per singoli e famiglie che non potranno vivere le celebrazioni. In ogni casa un "angolo bello" per pregare in attesa delle campane pasquali

La Luce che non conosce tramonto. Il decreto del vescovo Claudio per la Settimana Santa nell'emergenza Coronavirus

Sarà il lume che i cristiani sono invitati a esporre alla finestra della propria casa nella notte di Pasqua a rappresentare Cristo, «la Luce che non conosce tramonto» in questa inaudita emergenza da Coronavirus. Alla chiusura di una Quaresima senza precedenti, senza incontri e sacramenti, i credenti della Diocesi di Padova – come di tutte le altre Chiese in Italia e non solo – si preparano a vivere la festa più grande ancora una volta nell’assenza fisica della propria comunità. Niente celebrazioni per il Triduo, niente processioni e vie Crucis, niente “Quarant’ore”, ma a fronte della grande rinuncia rimane intatto il grande valore del memoriale della morte e resurrezione di Cristo che ognuno vivrà dentro di sé e nella propria casa.

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Per questa ragione, domenica 29 marzo, il vescovo Claudio ha firmato un Decreto che norma le celebrazioni straordinarie della nostra Chiesa tra la Domenica delle Palme (5 aprile) e la Domenica di Pasqua (12), e la nota pastorale rivolta ai parroci che accompagna il fascicolo «Dove vuoi che prepariamo la Pasqua?». Testo per la preghiera personale e in famiglia Settimana Santa e Triduo Pasquale 2020 in tempo di emergenza sanitaria. Tutti i materiali sono a disposizione nel sito della Diocesi, diocesipadova.it

«La tutela della salute di tutti non deve essere messa a repentaglio né per i parrocchiani né per voi stessi – scrive don Claudio in premessa al Decreto, rivolgendosi proprio ai presbiteri – Per questo non sono concesse celebrazioni con il popolo nella loro completezza e mancheranno anche adorazioni, processioni e altri bei gesti cui siamo abituati; per questo non è concesso alle nostre religiose di partecipare ai riti del Triduo pasquale; per questo ancora vi chiedo di prevedere una presenza minima di collaboratori alle liturgie senza il popolo».

Il canto della fede

Il momento simbolico più forte e atteso di questi giorni carichi di significato sarà di certo il lungo suono di campane che si spanderà alle 12 del giorno di Pasqua da tutti i campanili sui quartieri, le contrade e le piazze della Diocesi. Campane a distesa per almeno dieci minuti, si raccomanda il vescovo, perché«la vita, la solidarietà, l’amore sono più forti di ogni virus, di ogni peccato, di ogni malattia e morte: le campane cantino la fede delle nostre comunità cristiane in Gesù Cristo vittorioso!». Spalancare le finestre e far entrare nella quarantena i rintocchi di migliaia di campane sostituirà così, anche se in parte, l’abbraccio augurale che quest’anno i credenti non possono scambiarsi.

E proprio a Pasqua e nella Domenica delle Palme, sarà importante ravvivare il legame tra comunità, parroco, singoli e famiglie. Per questo tutte le forme di condivisione via streaming delle celebrazioni sono caldeggiate, pur facendo attenzione alle indicazioni che l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei ha diffuso nei giorni scorsi: le celebrazioni vengano svolte in un luogo sacro, con cura e senza improvvisazione, soprattutto nell’omelia e nella preghiera universale; proclamare la Parola in modo lento e meditato; essere consapevoli che anche il linguaggio del corpo diventa sostanza e che anche chi segue dovrebbe essere formato a una “presenza” anche se mediata; consigliata la presenza in diretta dei fedeli e non la fruizione del filmato registrato, perché la Messa sia vissuta e condivisa e non semplicemente “vista” o “sentita”.

Per quanto riguarda invece le celebrazioni del Triduo, il Decreto del vescovo Claudio chiede che tutte le comunità seguano i riti celebrati dallo stesso vescovo in segno di unità della Chiesa di Padova. Dalla sera del giovedì santo alla grande veglia del sabato saranno tre gli appuntamenti in diretta sul canale Youtube della Diocesi e su Tv7, canale 12 del digitale terrestre. La Messa in Coena Domini verrà trasmessa dalla Cattedrale alle 20.30 di giovedì. Per la celebrazione della Passione del Signore (alle 15 del venerdì) è stato scelto un luogo simbolo della sofferenza proprio per sottolineare la vicinanza ai malati, ai sofferenti e a quanti si stanno prodigando in questa emergenza: la chiesa dell’Azienda ospedaliera di Padova. La Veglia di Pasqua sarà in diretta alle 20 del sabato santo, ancora dalla Cattedrale. Inoltre il vescovo Claudio presiederà la messa in diretta Youtube e in tv alle 9.30 della Domenica delle Palme e di Pasqua.

E proprio per evitare occasioni di contagio, quest’anno nelle chiese, nei monasteri e nei seminari non ci sarà la raccolta, la benedizione e la distribuzione dei rami di ulivo, così come sono vietate le processioni e l’adorazione. La Messa del Crisma è rimandata a data da destinarsi, quindi le parrocchie continueranno a utilizzare gli oli santi del 2019 e in caso di necessità possono rivolgersi all’Ufficio liturgico diocesano. Sono poi numerose le deroghe liturgiche delle celebrazioni straordinarie, che i presbiteri potranno svolgere senza concelebrare (a meno che non condividano la celebrazione) e alla presenza di un numero minimo di laici per le funzioni previste (canto e riprese).

L’“angolo bello” delle famiglie

Alle famiglie viene suggerito di allestire in casa un “angolo bello” per la preghiera, sulla scorta della tradizione ortodossa. Un luogo in cui preparare il Vangelo, un cero e un Crocifisso dove pregare in corrispondenza delle messe parrocchiali e durante il Triduo. Per il giovedì santo, il consiglio è quello di preparare un grande pane in famiglia che poi verrà spezzato a cena, nel giorno in cui si celebra l’istituzione dell’Eucaristia leggendo i brani di Giovanni e Matteo sulla lavanda dei piedi e l’Eucaristia. Il venerdì a mezzogiorno ci sarà la contemplazione della Croce e di sera la preghiera universale preparata in famiglia, con l’attenzione di contattare una persona sola, anziana, malata. Nella notte di Pasqua, avverrà la lettura dell’Esodo, il canto dell’Alleluja e la lettura del vangelo della Risurrezione (Mt 28, 1-10), seguita dalla condivisione in famiglia sul senso di questi giorni strani e significativi. Nella Domenica di Pasqua, dopo aver letto il salmo 117 e il Vangelo di Giovanni (20, 1-19), ogni membro della famiglia benedirà gli altri con un segno di croce sulla fronte e se presente in casa anche con l’acqua benedetta.
Il tutto mentre arde il lume accanto al Vangelo e il pensiero va alle Pasque future e alla Pasqua che non avrà fine, «mentre ci auguriamo – conclude il vescovo – la forza di restare dentro questo tempo, con coraggio, senza scapparne via, certi di ritrovarci insieme come popolo, rinnovati e rigenerati per cantare la nostra fede».

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