«La Parola è come una persona. È nuova ogni volta che la incontri». Il commento al Vangelo passa da don de Franceschi a don Farronato

«Quest'esperienza mi ha ricordato ancora una volta che è importante, anche dopo tanti anni che sei prete – per me sono 37 – non dimenticarsi che la Parola parla sempre in modo nuovo, diverso, personale». Risponde così, don Massimo De Franceschi – parroco di San Francesco in Padova – quando gli chiedo com'è stato commentare per tre anni le letture della domenica sulla Difesa. 

«La Parola è come una persona. È nuova ogni volta che la incontri». Il commento al Vangelo passa da don de Franceschi a don Farronato

«Perché la Parola possa dirti qualcosa – continua – deve essere trattata
come una persona a cui si vuole bene e che ci vuole bene. La prima cosa, quindi, è non dare nulla per scontato, per già conosciuto. Anche se questa persona la vedi tutti i giorni o se questa Parola l'hai già sentita centinaia di volte, dedicale tempo, dalle disponibilità – anche fisica – a fermarti, a stare seduto, a inginocchiarti, in silenzio... E lasciarti interrogare, senza avere quella pigrizia – anche orgogliosa – di trovare subito la risposta o di fidarti della prima risposta che puoi sentire. Bisogna lasciarsi interrogare dalla Parola, vivendo questo momento con cura,
con attenzione... Direi con attenzione di cuore». Don Massimo rileva di aver sperimentato, ritrovandosi a preparare ogni settimana il commento alle letture della domenica, «il fare luce in quelle parti di sé che non sono risolte, che non piacciano. Ma anche il diventare più consapevoli di ciò a cui non dai molta importanza. La Parola ti aiuta a mettere un po’ ordine, a far venire a galla tante cose della tua interiorità». C’è una conferma che don Massimo ha avuto in questo “cammino” triennale: «La Parola parla prima di tutto a me. Solo grazie a questo ascolto personale riesco a condividere e suggerire qualcosa a chi ascolta. In modo da dire cose corrette, ma soprattutto che siano incarnate; senza dire cose giuste, ma che non dicano niente alle persone. Tante omelie sono come quelle pietanze che si preparano con accuratezza, ma non sono quelle di cui si ha bisogno. Ho cercato di non essere così. Non ho voluto preparare cose che piacessero a me, ma non nutrissero le persone». Gioie e fatiche di questa esperienza? «Diciamo che sono facce di una stessa medaglia. Una fatica è sicuramente stata la cadenza: consegnare il commento ogni martedì entro le 13... non è stato semplice. Già faccio fatica di mio a essere fedele agli orari. Questo, però, mi ha aiutato a stare su quello che c’è da fare e a non lasciarmi dominare dagli stati d’animo. Il commento della Parola è un po’ come il nostro giudizio sulle giornate: quelle belle non sono quelle che piacciono a noi, ma tutte. Tutte possono rivelarci e darci qualcosa. Così l’ascolto della Parola in determinati momenti, anche se ti sembra di non essere disponibile, ti può parlare. Se ci stai...». Don Massimo ha capito, poi, «che la Parola parla a te, ma ti dice di non parlare di te. Ho provato a dire qualcosa sulla Parola senza parlare di me, ma non parlando solo a me stesso. E, come dicevo, ho avuto la conferma che la Parola ha sempre qualcosa di nuovo da dire. E ti aiuta a mettere i piedi per terra, a guardare dove li metti, ama anche guardare lontano. A conoscere quello che stai vivendo, ma a non fermarti a questo. A guardare lontano, ma anche più in alto per prendere la direzione giusta. La Parola ti aiuta a non cedere a quella mania, che noi preti abbiamo, di pensare di essere un pochino maestri. Non lo diciamo a voce, ma lo pensiamo. La Parola ti dice di stare al tuo posto. Ed è il posto del discepolo». Don Massimo, la Difesa ti ringrazia per questo tratto di strada – intenso e arricchente – che hai compiuto insieme a noi e a tanti nostri lettori.

La nuova “voce”

Da questa domenica, prima di Avvento, a commentare le letture c'è don Francesco Farronato. Per tanti anni la sua voce ha raggiunto i quattro angoli della Diocesi, ma non solo, con la trasmissione radiofonica “Oceano di silenzio”, che lui stesso cita nel suo prima commento sulle pagine della Difesa. Ha cominciato nel 1976 su Erre 3 e ha continuato fino al 2013. E ora ricomincia su carta, scegliendo di ribadire lo stesso stile a partire dalla firma che pone a margine del suo commento: frate Silenzio. «Il riferimento, oltre che alla rubrica radiofonica – racconta – è a Francesco d’Assisi che,
lasciato l’abito del giovane ricco, ha scelto di “ridurre” tutto all’ascolto della Parola. E questo è possibile solo nel silenzio. A cui “risponderà”, nel commento che proporrò ogni domenica, sorella allodola. Com’è avvenuto alla morte di Francesco – la notte del 3 ottobre 1226, quando, le allodole, pur non amando il buio, cantarono di giubilo».

Al Santo: arte e spiritualità in Avvento

Sono in programma quattro incontri in basilica del Santo, uno ogni domenica di Avvento (alle 14.30), per mettersi letteralmente “In cammino verso il Natale” attraverso un percorso che unisce spiritualità e arte guidati dai frati della Pastorale dell’arte al Santo. L’opera che fa da filo conduttore della prima domenica di Avvento è l’icona della Natività; l’organo della basilica accompagna la visita.

Acli Zugliano: la guerra nucleare al cinema

Il circolo Acli Antonio Zanin di Zugliano invita, sabato 26 novembre alle 15.15 nella sala Zagorà (vicino alla scuola primaria), a un incontro dal titolo “L'incubo della guerra nucleare raccontato dal cinema. Dal progetto Manhattan ai missili ipersonici: il cammino verso l’apocalisse”. Interviene Elvio Bissoli dell’Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Vicenza.

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