La comunione dei santi. Quanti testimoni corrono con noi!

Comunione dei santi. La Chiesa incoraggia a sentire la simpatia, l’intercessione, l’amore di tante sorelle e fratelli che, con Gesù, tifano per noi che siamo nel combattimento.

La comunione dei santi. Quanti testimoni corrono con noi!

Sono fermo al semaforo e aspetto il verde per attraversare. Il semaforo tarda a scattare e si uniscono a me tre persone: una mamma con due figli, uno adulto disabile, l’altro che si lamenta: «Tocca sempre a me portar pazienza! Perché non potrebbe portar pazienza anche lui qualche volta?». E la mamma: «Ringrazia il Signore che sei fortunato perché tu sei sano». E il figlio: «Sì. E tu ringrazi il Signore che lui ti dà soddisfazione, ti fa sentire importante, mentre io sono la pecora nera».

Queste parole mi fanno pensare. Sono riconoscente al Signore per la salute, certo. Ma è una “fortuna”? O è una qualche chiamata? Una chiamata a rendere grazie, e cioè a “rendere” le grazie ricevute, a restituirle: non al cielo, ma al mondo che Dio ha creato per fargli godere anche la grazia che è data a me, e che di sicuro non appartiene solo a me. Ma vedo anch’io pecore nere attorno a me, che ostacolano quello che di buono sto facendo? E se a mia volta stessi anch’io ostacolando il bene che possono fare altri occupando io tutto lo spazio? La pecora nera mi è stata messa vicino per mettere alla prova la mia perseveranza nel bene o per portare un contributo di amore “suo”, cui io non riesco a dare spazio?

Tutto è comunione, tutto è connesso, tutto appartiene a tutto. «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani», scrive Paolo ai Corinzi. «Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1Cor 3,20-23). Lo stesso Paolo, qualche capitolo più avanti, scrive: «Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra» (12,7). Noi possiamo contare su questa “simpatia” universale che Cristo infonde e crea in tutto ciò che gli appartiene, in tutto ciò che lui riempie del suo Spirito: Spirito “santo”, di Dio, che fa sante (di Dio) tutte le cose in cui risplende l’amore del Padre. Ogni dono, distribuito a chicchessia, è a favore del Corpo. Nessuno se ne può accaparrare niente. Dove Dio si nasconde o si rivela, tutto trasborda, tutto si diffonde, infondendosi in tutto. La Chiesa ha intuito e affermato con fede questa “comunione” che è tipica di tutto quello che appartiene a Dio, di tutto quello che, appunto, è santo, “Suo”. Santo è il battezzato, santi i doni eucaristici che ci fanno comunicare col corpo di Cristo. Santa è la parola biblica, santo è il ministero, santo è il matrimonio. Santa è la vita, santa la morte. Che ce ne accorgiamo o no. Santi sono donne e uomini di Dio che ci vivono accanto beati delle beatitudini evangeliche.

In questo mese di novembre in particolare la Chiesa ci incoraggia a sentire nostri anche la simpatia, la benedizione, l’intercessione, l’amore, i gesti di tante sorelle e fratelli che, insieme a Gesù, tifano per noi che siamo immersi nel combattimento. «Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. […] Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. […] Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli» (Eb 12,1-23).

don Giuseppe Toffanello

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)