La lettera del vescovo ai maturandi padovani

L'invito a valutare il futuro anche con lo sguardo dei poveri

La lettera del vescovo ai maturandi padovani

Al termine di un anno scolastico senza precedenti, specie per i giovani che si apprestano ad affrontare l’esame della maturità, il vescovo Claudio ha sentito il bisogno di prendere in mano carta e penna e di inviare ai «carissimi maturandi» alcune righe di vicinanza e di affetto, alla vigilia di un passaggio che rimane centrale per tutti i ragazzi italiani, anche in un momento storico in cui la pandemia in atto ha snellito le prove d’esame riducendole a un colloquio orale di fronte a una commissione tutta interna.

La lettera di don Claudio, non a caso, porta la data del 31 maggio, festa di Pentecoste: «Non voglio tediarvi con lunghe riflessioni o inviti paternalistici a impegnarvi e a dare il meglio di voi. Vi scrivo solo per dirvi che vi ricordo, vi sono vicino con la mia simpatia e il mio affetto e sto pregando per voi perché Gesù, il Signore Risorto, ravvivi in voi i doni dello Spirito Santo che in molti avete ricevuto nella cresima: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio. Mi pare un bel bagaglio per poter affrontare non solo questa prova, ma anche quelle che vi attendono nel futuro».

Quindi il presule si è concentrato sulla scelta che attende questi giovani: «Pensando poi al tempo che vi si apre davanti, vi auguro di scegliere bene la strada che volete intraprendere nello studio o nel lavoro; che tra le vostre aspirazioni ci sia anche quella di mettere a disposizione i vostri talenti per il bene di tutti, a partire dalle vostre famiglie e dalle vostre comunità. È questo un momento fondamentale per farsi le domande più importanti della vita: dove e come posso impegnare la vita per fare del bene, per amare, per lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato? È domandarsi qual è la propria strada, la propria vocazione».

E infine un piccolo suggerimento: «Perché non mettere in calendario, durante l’estate, un’esperienza di volontariato con i poveri, e anche da lì guardare al proprio avvenire?».

Il testo completo della lettera si può leggere su www.diocesipadova.it

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