La lezione di don Florindo è ancora viva

La comunità veneziana ha fatto memoria del suo storico parroco, costruttore di tante strutture parrocchiali ma prima ancora di relazioni autentiche tra le persone. Don Florindo, scomparso un anno fa, aveva fatto il suo ingresso a Lughetto nell’ottobre 1964 quando il paese era un pugno di case perse nella campagna, per lo più di agricoltori e di pendolari delle imprese di Mestre e Marghera. La lunga permanenza a Lughetto ne ha fatto un riferimento per i singoli e le famiglie. «Il mio desiderio è che la parrocchia sia una vera famiglia, dove tutti si vogliono bene – diceva – È la soddisfazione più bella per me».

La lezione di don Florindo è ancora viva

Lughetto ha ricordato don Florindo Spezzati, parroco per circa 40 anni del piccolo centro della periferia veneziana, figura storica rimasta nella memoria e nel cuore di tanti per i suoi modi sinceri e diretti, per il carattere aperto, positivo, portato all’ottimismo e fiducioso nell’umanità.

Don Florindo è scomparso un anno fa.
Aveva fatto il suo ingresso a Lughetto nell’ottobre 1964 quando il paese era un pugno di case perse nella campagna, per lo più di agricoltori e di pendolari delle imprese di Mestre e Marghera. «Quando sono arrivato la prima volta – diceva alla festa del suo cinquantesimo di sacerdozio nel 1999 – non ho neppure visto la chiesa perché era nascosta da un boschetto di piante». Ma c’erano già i segni di un cambiamento in arrivo, piccole aziende si andavano insediando, Lughetto si stava aprendo alla crescita.
Don Florindo l’accompagnò da uomo di tante relazioni ma soprattutto come prete che metteva nel contatto umano e nella comprensione dell’interlocutore le basi per una spiritualità solida, senza fronzoli.

La lunga permanenza a Lughetto ne ha fatto un riferimento per i singoli e le famiglie.
Sono nate così le strutture parrocchiali, la nuova scuola materna, gli impianti del centro sportivo che funzionava da richiamo per giovani di molti paesi vicini. Tutto nel segno di una condivisione che don Florindo voleva sempre più larga, aiutato in questo dalla Pro Lughetto, un gruppo di persone che con lui si sono prodigate nel tempo per la crescita sociale del paese.

«Il mio desiderio è che la parrocchia sia una vera famiglia, dove tutti si vogliono bene – diceva – È la soddisfazione più bella per me».

Anche dopo essersi ritirato dall’impegno pastorale diretto, nei primi anni Duemila, è rimasto a vivere a Lughetto, dando il suo contributo ai diversi sacerdoti che gli sono succeduti.
Oggi la parrocchia è affidata a don Andrea Zanchetta, che con lo stesso spirito di don Florindo e con l’aiuto disinteressato di primarie aziende del settore ha promosso a settembre una iniziativa di eccezionale richiamo, la prima edizione della “Street food fest”. Una “degustazione di cibi per strada”, fornito da locali blasonati, che ha attirato in una sola sera 2.500 persone. L’intero incasso è stato devoluto a sostegno del patronato di Lughetto.

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