La riflessione. San Francesco e l’economia di fraternità

In questo mese di ottobre in cui ricorre la festa di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, proponiamo alcuni stralci tratti dal saggio scritto dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno Domenico Sorrentino, dal titolo Francesco D’Assisi e l’economia della fraternità. Per ripartire dagli ultimi, Edizioni Francescane Italiane, 2021, dove emerge il concetto di fraternità e di economia.

La riflessione. San Francesco e l’economia di fraternità

«Quando nella Regola esigerà che i suoi frati abbiano una sorta di orrore per il denaro, considerandolo non più dei sassi – si legge – si porterà ancora dietro quegli occhi avidi e violenti del padre per il quale il denaro era diventato un idolo. La ricchezza è ormai, per Francesco, una risorsa per i poveri. Va distribuita […].

Posto che il povero va soccorso l’economia della fraternità chiede che chi lo soccorre si metta al suo fianco e non sopra, che si senta cioè fratello e lo tratti da fratello. Fino a che Francesco scambiò le sue vesti con quelle del cavaliere povero o diede il suo gruzzolo di denaro al sacerdote di San Damiano, era ancora uno che, in una situazione di superiorità, si prendeva cura del fratello bisognoso. Ma venne il giorno in cui egli, da fratello, abbracciò i lebbrosi. Fu un passo avanti. E che passo! Egli non diede come uno che stava “sopra”, ma come uno che stava “al fianco”. L’economia della fraternità esige questo atteggiamento.

Ma non basta. Secondo la logica che è propria della famiglia, c’è bisogno di fraternità generativa: è l’aiuto che si configura in termini di apertura di spazi, di sostegno mirato, offerto in vista dell’auto-riscatto. Non andare in questa direzione significa tenere i fratelli in una condizione di perenne soggezione. Chi aiuta veramente deve anche aiutare a far da sé. Di qui il classico esempio del non limitarsi a dare il pesce, ma di procurare la canna per la pesca. Da questo punto di vista i “monti di pietà” rappresentarono proprio l’idea di una carità che offriva un aiuto sollecitando la responsabilità, aspettandosi una restituzione per attivare le energie di auto-riscatto della persona bisognosa, aiutata a prendere in mano il suo destino e a costruirsi una vita.

Una economia per i poveri e con i poveri porta la logica del dono al suo compimento. Il dono non deprime, ma sollecita ed esalta le capacità di ciascuna persona. Vale a livello di società civile, ma anche di politica economica. Una politica di stimolo e di premio all’iniziativa rende una società capace di darsi un futuro».

Il libro

Francesco D’Assisi e l’economia della fraternità. Per ripartire dagli ultimi (Edizioni Francescane Italiane, 2021, 192 pagine) è il titolo del saggio scritto da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di AssisiNocera Umbra-Gualdo Tadino e ora anche di Foligno. Da tempo Sorrentino arricchisce la riflessione sulla dottrina sociale della Chiesa e sull’economia francescana e cristiana; con questo agile e intenso saggio continua l’approfondimento del pensiero economico di san Francesco e della tradizione francescana, in dialogo con la tradizione evangelica e cristiana del pensiero economico, in particolare con il magistero sociale di papa Francesco.

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