La visita pastorale del vescovo Claudio nell'Unità pastorale Conca del Piave. Ascolto e incoraggiamento

Unità pastorale Conca del Piave. Questo, ma non solo, hanno percepito i fedeli delle otto comunità nella visita pastorale. «Fisicamente lontani, ma vicini nello Spirito»

La visita pastorale del vescovo Claudio nell'Unità pastorale Conca del Piave. Ascolto e incoraggiamento

La visita del vescovo Claudio nelle otto parrocchie dell’unità pastorale Conca del Piave, conclusasi il 30 aprile, è stata occasione per stimolare una riflessione sul presente e ribadire i compiti oggi di una comunità: discernimento vocazionale, capacità di avvicinare gli altri, fare l’essenziale e sentirsi parte di una comunità cristiana che fa corpo. «La Diocesi di Padova, sia per la distanza fisica che per le molteplici e differenti parrocchie che la compongono, l’ho sempre sentita molto distante dalla nostra piccola realtà – sottolinea Deborah Marchet della parrocchia di Segusino – Invece mi sono trovata davanti a un uomo, il vescovo Claudio, semplice, umile, pronto all’ascolto e al dialogo, consapevole
delle difficoltà della Chiesa negli ultimi decenni, ma allo stesso tempo fiducioso e perseverante sulla svolta radicale che deve prendere la Chiesa per tornare alle sorgenti della fede». Proprio il ritorno all’essenziale dell’essere comunità cristiana è uno dei temi toccati dal vescovo e accolto con favore dalle comunità, perché da qui ne può uscire una chiesa rinnovata. «Il vescovo ci ha indicato anche il come – evidenzia Violeta Paulina Carvajal Avila, anche lei di Segusino – attraverso diverse figure di riferimento con compiti specifici, cioè la ministerialità, con tutto l’impegno e la formazione che richiede. Ci ha incalzato a vederci come la chiave del cambio nella Chiesa. Il Sinodo diocesano ha un ruolo importante e capiamo adesso l’urgenza della sua realizzazione». A spiazzare, oltre ai dati sui numeri di parroci e comunità, anche una domanda: se la domenica non ci fossero i presbiteri cosa si farebbe? Il vescovo ha richiamato le parole di san Paolo: il corpo di Cristo è in tutte le persone. «Una chiave di lettura – spiega don Gabriele Benvegnù,
parroco di Segusino, Vas e Caorera – che nessuno aveva preso in considerazione. Il periodo storico che stiamo
vivendo non necessariamente deve essere interpretato in maniera negativa. Non stiamo andando verso una Chiesa che è meno Chiesa. Si intensificano le relazioni, cadono alcune remore, più qualità nei rapporti. Inoltre, nonostante la distanza fisica, la visita del vescovo ci ha fatto sentire che l’appartenenza ecclesiale può essere colmata dalla vicinanza
spirituale. È piaciuto molto il passaggio da un modello di Chiesa che fornisce servizi a uno di comunione, in cui si parla di occasioni di incontro». E i giovani? Erano una dozzina quelli che hanno potuto confrontarsi con il vescovo Claudio: a loro ha raccontato le sue esperienze, cosa lo incoraggia e cosa lo fa affaticare anche nel suo ministero «e ha sottolineato – conclude don Benvegnù – che li vede preoccupati per il loro futuro e bisognosi di avere al fianco adulti significativi. Questa deve essere la priorità per una comunità cristiana».

Bella visita

«Nell’incontro con i referenti di ambito – racconta Elis Dina Del Lucchi della parrocchia di Segusino – il vescovo ha sottolineato come i pilastri delle prime comunità cristiane debbano essere gli stessi della nostra comunità. Non ha senso rimanere fermi con la nostalgia del passato, è necessario invece riscoprire il Vangelo. Il cammino iniziato dalle comunità di Segusino e Vas con l’istituzione dei ministri straordinari della comunione e i gruppi di approfondimento del Vangelo rappresentano un percorso di crescita comunitaria. Anche se in pochi, non dobbiamo aver paura di ritrovarci attorno all’eucaristia e di essere segno per gli altri della gioia di Cristo».

Il vescovo ha accolto le fatiche e preoccupazioni circa il futuro delle parrocchie e ha richiamato ognuno a un impegno concreto, a recuperare il senso di appartenenza alla comunità. «Ci ha suggerito – afferma Viviana Battistel di Segusino – la formazione di un’equipe pastorale che coordini la vita della comunità e che, attraverso un attento discernimento delle vocazioni, possa intuire i doni di ognuno affinché questi vengano messi a disposizione di tutti nei vari ambiti fondanti la comunità cristiana». «Erano 29 anni – conclude don Alessio Cheso, parroco di Quero e Schievenin – che mancava una visita pastorale. Il vescovo Claudio ha lasciato una bella impressione: una condivisione semplice e spontanea, con atteggiamento di ascolto e con il piacere di stare in mezzo alla gente».

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